Perché il massacro di Sabra e Shatila fu una macchia indelebile nella storia di Ariel Sharon
Nel 1982 gli israeliani costrinsero l'Olp di Yasser Arafat a ritirarsi da Beirut ma violando gli accordi con la forza multinazionale guidata dagli americani il ministro della Difesa Ariel Sharon fece circondare i campi profughi di Sabra e Shatila dove entrarono i falangisti cristiani libanesi, alleati di Israele, massacrando centinaia di persone, donne, vecchi e bambini. Quella strage lasciò una traccia indelebile su Sharon e sui rapporti tra Israele e i palestinesi
di Alberto Negri
6. Sabra e Shatila / Le responsabilità e la Commisione Kahan
L'8 febbraio 1983 la Commissione Kahan chiamata a indagare sui fatti dalle autorità israeliane giunge alla conclusione che i diretti responsabili dei massacri erano stati i falangisti di Elie Hobeika.
La stessa Commissione però ammette indirettamente la responsabilità israeliana nel massacro per non averlo saputo prevenire né stroncare: il ministro della Difesa Ariel Sharon viene così sostituito da Moshe Arens. E' ammessa anche la responsabilità dei comandi militari, del generale Rafael Eitan, capo di Stato Maggiore, e del generale Amos Yaron, comandante della regione di Beirut.
Nel 2001 la Corte di Cassazione belga apre un processo per crimini di guerra su Sabra e Shatila e chiama alla sbarra il falangista Elie Hobeika. Il 24 gennaio 2002 Hobeika muore a Beirut in un attentato. Prima di morire, Hobeika avrebbe avuto un incontro con due senatori belgi e si sarebbe detto pronto a fare "rivelazioni" sui massacri di Sabra e Shatila e sui rapporti con Sharon. Israele si oppose al tentativo belga di incriminare Ariel Sharon e il caso venne archiviato.
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