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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2014 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2014 alle ore 09:13.

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Una corona di fiori depositata in mare, il suono delle campane e delle sirene delle imbarcazioni sarà l'omaggio dell'Isola del Giglio alla memoria delle 32 vittime che persero la vita esattamente due anni fa nel naufragio della Costa Concordia. In occasione del secondo anniversario dalla tragica notte del 13 gennaio 2012 nella quale la nave si arenò sullo scalino roccioso del basso fondale di Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto, l'isola ha organizzato una serie di cerimonie. La comunità gigliese, che si prestò generosamente nelle opere di soccorso ai naufraghi, per il salvataggio di oltre quattromila tra passeggeri e membri dell'equipaggio ha ricevuto la medaglia d'oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Le cerimonie
E la messa in suffragio delle vittime, celebrata dal vescovo monsignor Guglielmo Borghetti, si svolgerà alle 11 proprio nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano, lo stesso tetto dove in quella tragica notte trovarono rifugio molti naufraghi bagnati, infreddoliti e spaventati. Nel pomeriggio un concerto nella nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Giglio Castello e alle 21,30 una processione con fiaccolata dalla chiesa di Giglio Porto fino al molo rosso dove alle 21.45.7'', l'ora dell'impatto, il suono delle campane e delle sirene delle imbarcazioni nel porto accompagnerà una silenziosa preghiera per le vittime e la benedizione della lapide apposta lo scorso anno in loro memoria. La corona di fiori in mare.

Con l'impatto si aprì una falla di 70 metri
L'impatto con lo scoglio delle Scole dell'Isola del Giglio che provocò 32 morti e 110 feriti venerdì 13 gennaio 2012 fu fortissimo. La nave da crociera Costa Concordia , salpata da poco dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera 'Profumo degli agrumi' nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio), urtò lo scoglio delle Scole , causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro. Poi si arenò a Punta Gabbianara, su uno scalino di roccia che le evitò di precipitare a 50 metri sott'acqua. Alle 23.15 la nave iniziò a inclinarsi lentamente, per poi coricarsi sul fianco di dritta come un gigante spiaggiato.

L'inchino fu troppo vicino all'isola
Fu tutta colpa dell'inchino, il saluto agli abitanti dell'isola, tradizione di molte navi, che fu però eseguito troppo vicino all'isola, in un fondale troppo basso per una nave da crociera di quella stazza. La Concordia era a 0,28 miglia marine dalla costa, circa 518 metri. Troppo vicina. Lo scafo iniziò a imbarcare acqua, a bordo il black out. Ma si attese per lanciare l'allarme ai passeggeri. Che in molti furono addirittura mandati nelle cabine. Solo dopo 27 minuti dall'urto, la capitaneria di porto di Livorno si mise in comunicazione con la Costa Concordia su avviso di un parente di un passeggero per assicurarsi del loro stato, dopo che i Carabinieri di Prato avevano avvisato la capitaneria di aver ricevuto una telefonata richiedente informazioni sullo stato delle cose. Insomma l'allarme scattò per la telefonata di un privato.

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