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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 09:12.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 16:47.

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Dario NardellaDario Nardella

Ora accelerare per definire le nuove regole del voto. Il giorno dopo la lettura delle motivazioni della sentenza della Consulta di inizio dicembre l'attenzione della politica si concentra su due passaggi. Il primo: con la bocciatura del Porcellum - il sistema con cui l'Italia è andata tre volte alle elezioni - quel che rimane è un proporzionale con una preferenza. Ne consegue che una legge elettorale comunque c'è, ed è quella della cosiddetta "Prima repubblica". Secondo: il parlamento è legittimo, quindi ha tutti i titoli per cambiare le regole per andare il voto, sempre che ci sia alla base una volontà politica.

Renzi ai suoi: le iniziative del Pd vanno ascoltate
Le tre proposte messe sul tavolo da Renzi - modello spagnolo, Mattarellum rivisto e modello dei sindaci con il doppio turno di coalizione - sono conformi a Costituzione, e quindi restano in campo. «Penso che il Pd si orienterà, tra le tre proposte del segretario, su quella che avrà i numeri per passare in Parlamento», dice il renziano Paolo Gentiloni a Radio Anch'Io. «Le iniziative che il Pd propone al governo dal devono essere ascoltate, sapendo che abbiamo 400 parlamentari» - ha ricordato ieri Renzi ai presidenti di commissione e capigruppo del Pd -. Nella percezione generale è il nostro governo, tutto ciò che accade viene imputato al Pd, quindi dobbiamo incalzare il governo sui contenuti». Tutti, ha sottolineato il sindaco di Firenze, sono costretti a scoprire le carte. Renzi ha incontrato Napolitano: il leader democratico ha spiegato al capo dello Stato che la riforma della legge elettorale è in cima alle sue priorità, e che lavora affinché l'intesa tra le forze politiche venga raggiunta in tempi stretti.

Il renziano Nardella: fare riforma, se non vogliamo morire proporzionalisti
Dario Nardella, molto vicino al segretario del Pd, ricorda sul suo profilo Facebook che «la Sentenza della Corte Costituzionale é stata chiara: l'odioso "porcellum" va in soffitta una volta per tutte, ma il Parlamento é legittimo. Se non vogliamo morire proporzionalisti rivivendo tutti i limiti della Prima Repubblica ora in Parlamento dovremo fare immediatamente la nuova legge». «Ora la parola alla Camera», conclude Nardella. «Chiudere al più presto», aggiunge la responsabile riforme del Pd Maria Elena Boschi, che conduce i negoziati con le altre forze politiche sulle riforme istituzionali.

Riforma alla Camera al 27 gennaio
La riforma è incardinata alla Camera il 27 gennaio. In Aula dovrà arrivare un testo: nei prossimi giorni i rappresentanti delle forze politiche, di maggioranza e dell'opposizione, si incontreranno per cercare un'intesa. Il presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio Francesco Paolo Sisto sottolinea che «la sentenza della Consulta esalta il ruolo del parlamento». Sisto parla di «una sentenza chiara, che non si intromette, evitando bocciature preventive sui percorsi che portano a una nuova legge elettorale». Forza Italia preme per il modello spagnolo.

I Cinque Stelle ribadiscono: dopo la Consulta Mattarellum e voto
Muro dei Cinque Stelle. Il nuovo capogruppo al Senato Maurizio Santangelo a Radio Anch'io ricorda che «il Movimento 5 Stelle terrà un referendum su internet per decidere quale modello di legge elettorale appoggiare».

La trattativa tra le forze politiche
Scelta civica propone un Mattarellum corretto, metà proporzionale, metà maggioritario, con il doppio turno. Il solo, dicono, che garantisce «governabilità, rappresentanza in un sistema bipolare». Ncd è per il modello dei sindaci. Entrambe le forze politiche sottolineano che sono aperte a chiudere la trattativa in tempi brevi.

Il dialogo tra Pd e Forza Italia
La riforma della legge elettorale, chiarisce la responsabile delle riforme del Pd Maria Elena Boschi, che conduce i negoziati con le altre forze politiche, «non é nel patto di governo, almeno per ora». Un messaggio al Nuovo centrodestra, che chiede di trovare un'intesa prima all'interno delle forze politiche di maggioranza, e solo in una seconda fase condividere l'accordo con l'opposizione. Renzi ha più volte messo in evidenza la necessità di cercare un accordo anche con l'opposizione, e in particolare con Forza Italia e Cinque Stelle. I tempi per trovare la quadra sono stretti.

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