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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 11:56.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 11:58.

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Il Presidente francese Hollande (Ansa)Il Presidente francese Hollande (Ansa)

«Il presidente è mal protetto». Così Sebastien Valiela, il fotografo autore dello scoop della rivista Closer sulle scappatelle galanti di François Hollande, ha fatto scoppiare le polemiche sulla scarsa sicurezza del capo dello Stato francese, messa a nudo dalla facilità con cui i paparazzi hanno potuto piazzarsi dirimpetto all'appartamento dove Hollande incontrava nottetempo l'attrice Julie Gayet.

«Quasi non c'era un servizio di sicurezza», ha detto Valiela intervistato dall'emittente Rtl. «Avrebbe potuto attentare alla vita del presidente?» ha chiesto l'intervistatore. «Senza alcun problema», ha risposto il fotografo: perché «tutte le sere eravamo là senza nessuna sicurezza, nemmeno all'esterno» dell'edificio. Valiela (un lupo di mare del fotogiornalismo: sono suoi gli scatti dello scoop nel 1994 che rivelò l'esistenza della figlia illegittima di François Mitterand), ha spiegato che Hollande «si è infilato in un parcheggio, su uno scooter, con il casco non allacciato e senza nessun veicolo dietro di lui». Data la natura della missione di Hollande al numero 20 di Rue du Cirque, poi, «assolutamente nessuno» lo proteggeva una volta entrato nell'appartamento. Da quel momento, ha confermato il fotografo, «la sicurezza andava via».

Il fatto che l'appartamento-alcova fosse stato fornito da un'amica di Julie Gayet, Emmanuelle Hauck, che questa sia la ex moglie di Michel Ferracci, collegato alla gang corsa della Brise de Mer, non aiuta. Il nome di Ferracci appare associato all'appartamento nelle fatture e nelle "pagine bianche" e lui è stato condannato nel 2013 a 18 mesi con la condizionale per appropriazione indebita nell'ambito di un'inchiesta su una bisca di lusso. Anche peggio è andata al successivo amante della Hauck, François Masini, ucciso a colpi di pistola su una strada dell'Alta Corsica. All'Eliseo sottolineano che si tratta solo di sgradevoli coincidenze e che il presidente non sapeva nulla delle amicizie pericolose dell'amica della sua amante.

Al centro della bufera c'è adesso il Gspr (Groupe de sécurité de la Présidence de la Republique): un ex membro dei servizi di sicurezza ha detto al quotidiano Le Figaro: «Non è mai una cosa buona che un alto funzionario non si fidi della sua sicurezza, e l'affidi a due o tre persone intime scelte secondo non si sa bene quale criterio». L'allusione sembra diretta a Sophie Hatt, la quarantasettenne al vertice del Gspr, "raccomandata" a Hollande dall'ex primo ministro socialista Lionel Jospin. Hatt ora dovrà rendere conto ai suoi superiori. «In quest'affare, la sicurezza del presidente non è mai stata minacciata», ha subito affermato il ministro dell'Interno Manuel Valls.

Astro nascente del governo, Valls si è affrettato a precisare che il Gspr "è autonomo" e non dipende dal ministero. «Non devo conoscere gli spostamenti del presidente: se decide di andare da qualche parte, è la sua responsabilità». E mentre i maligni a Parigi osservano che dall'ulteriore indebolimento del presidente proprio il ministro Valls potrà trarre profitto in termini politici, sulla vicenda si staglia anche l'ombra di una possibile strumentalizzazione politica da parte del grande rivale di Hollande a destra: l'ex presidente Nicolas Sarkozy. Ex ministro dell'Interno, Sarkozy (che vuole tornare a sfidare Hollande nelle elezioni del 2017) ha mantenuto forti legami con alcuni alti funzionari della polizia e della sicurezza, nota Le Monde. E alcuni sottolineano come Closer avesse già rivelato l'affare del consumo di cannabis di uno dei figli della compagna ufficiale di Hollande, Valerie Trierweiler.

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