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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 06:48.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:41.

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Matteo Renzi e il suo collaboratore Marco Carrai amano molto l'America. E nella vasta rete di contatti che vi hanno costruito spiccano due figure quasi opposte: Matt Browne e Michael Ledeen.
Browne ha 41 anni, è stato uno dei più stretti collaboratori di Tony Blair in Gran Bretagna e ora fa parte del più vivace think tank neo-progressista americano assieme a John Podesta, l'ex braccio destro di Bill Clinton recentemente ingaggiato da Barack Obama come consigliere.

Attraverso il filtro di Carrai, Browne ha introdotto Renzi a Blair, al fratello dell'attuale leader del partito Labour britannico David Miliband e a molti democratici americani.
Michael Ledeen invece ha 73 anni e ha lavorato nelle Amministrazioni di Ronald Reagan e di George W. Bush distinguendosi in entrambi i casi per le sue iniziative da freelance dell'intelligence. La prima è consistita nello scambio tra missili e ostaggi con l'Iran di Khomeini, un'operazione clandestina passata alla storia con il nome di Irangate. Una commissione di inchiesta parlamentare la definirà "episodio imbarazzante" ed "esemplare dei rischi di iniziative fuori dai canoni". Anche perché che l'iraniano individuato e patrocinato da Ledeen come perno dell'intera operazione, Manucher Ghorbanifar, era risultato un inaffidabile faccendiere e acclarato bugiardo.

Quindici anni dopo, il nome di Ledeen è riemerso in un'altra inchiesta parlamentare su un'altra operazione da lui escogitata. Parliamo di un "summit" segreto organizzato a Roma nell'ottobre del 2011 tra due funzionari del Pentagono e i vertici del Sismi per valutare un'operazione di spionaggio in Iran. E chi era il perno di quell'operazione? Ghorbanifar. Ça va sans dire che quell'iniziativa aveva un costo - 25 milioni di dollari. E che è finita nell'elenco degli "episodi imbarazzanti".

Insomma, a Ledeen la serenità della torre d'avorio non è sembrata mai bastare. E ha sempre dimostrato una particolare attrazione per il mondo dei servizi segreti. Incluso quelli italiani. Nel 1980 è stato anche al servizio di Giuseppe Santovito, il generale pidduista all'epoca capo del Sismi. Negli stessi anni, ha inoltre coltivato altre due amicizie di peso. Con Bettino Craxi e Francesco Cossiga.
Non resistiamo alla tentazione e chiediamo allo stesso Ledeen: «Che senso ha per qualcuno che dice di voler cambiare tutto nella politica italiana chiedere consigli a chi, come lei, li scambiava 30 anni fa con Craxi e Cossiga? Scusi, ma lei è il vecchio, non il nuovo».
«È vero», ammette prontamente Ledeen con quella punta di autoironia che lo contraddistingue.

Chiediamo poi a Browne cosa pensa del fatto che quando è a Washington Renzi passi da un progressista come lui a un neocon come Ledeen. «Quando un politico straniero con grandi ambizioni visita Washington è giusto che stabilisca rapporti con tutte e due le parti politiche. Ma gli incontri di quel genere sono diversi da quelli in cui si scambiano idee, valori e modi di far politica. Dubito che discuta di queste cose con conservatori».

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