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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 13:49.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 21:14.

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(Ansa)(Ansa)

È stato un ciclone fin qui in gran parte accusatorio ma non si fa in tempo a rasserenare gli animi che in Sicilia la "casta" torna subito alla ribalta. Così se per il cosiddetto scandalo delle spese pazze all'Assemblea regionale bisognerà attendere le novità che potranno arrivare dagli interrogatori degli indagati che cominceranno il 24, la polemica si fa di nuovo rovente per quell'indennità di funzione che è stata riconosciuta ai capigruppo dell'assemblea regionale di questa legislatura. Le vicende, è ovvio, sono ben distinte ma non troppo.

Intanto va detto che del cosiddetto scandalo delle spese pazze si occuperà anche la Corte dei conti: gli uomini del Nucleo tutela della spesa pubblica della Guardia di finanza di Palermo hanno infatti chiesto l'autorizzazione a trasmettere alla magistratura contabile la mole di documenti che hanno acquisito in oltre un anno e mezzo di indagini. Poi va anche aggiunto che, come ha annunciato il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, «l'inchiesta è solo all'inizio»: restano da fare verifiche che non riguardano solo le spese di cui si è parlato (gioielli, automobili e così via). Dei 97 indagati che avrebbero speso illegittimamente in totale 10 milioni, sono 37 i deputati regionali ancora in carica: oltre un terzo di tutta l'Assemblea regionale. Assemblea che resta nell'occhio del ciclone.

L'accusa arriva dai grillini: nella legge di stabilità siciliana appena approvata è stata riconosciuta una indennità di funzione ai capigruppo di 1.160 euro lordi al mese che si aggiungono allo stipendio di consigliere regionale che, dopo i tagli previsti in applicazione del decreto Monti, si aggira attorno agli 11.000 euro lordi. Indennità di funzione che già spetta ovviamente al presidente dell'assemblea regionale Giovanni Ardizzone (2.700 euro al mese), ai presidenti delle commissioni legislative (1.159 euro al mese), ai vicepresidenti che si devono "accontentare" di 290 euro al mese e ai segretari delle commissioni cui spettano 145 euro al mese. Per gli esponenti del movimento Cinque stelle all'Ars è un aumento indebito e inopportuno ma c'è chi sostiene che opportuno anzi giusto, e tra questi il vicepresidente dell'Assemblea regionale Antonio Venturino che è uscito dal movimento proprio per non aver voluto rinunciare all'indennità di funzione di 1.800 euro al mese che gli spetta: «Prima tutti i capigruppo, compreso quello del movimento Cinque stelle Giancarlo cancellieri, disponevano direttamente del 10 per cento di quanto veniva assegnato a ogni gruppo. Dopo i tagli drastici del decretto Monti e per garantire comunque ai capigruppo di espletare le proprie funzioni l'assemblea ha deciso di attribuire quella indennità».

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