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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 15:10.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 08:39.

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Il ministro degli Esteri Emma Bonino assicura che la questione delle sostanze tossiche provenienti dalla Siria che transiteranno per il porto di Gioia Tauro «sarà condotta con la ricerca della massima sicurezza». In un'intervista sul Corriere della Sera, la responsabile della Farnesina spiega: «La scelta non l'ho fatta io, ma mi pare che, dal punto di vista dei requisiti, l'indicazione del porto di Gioia Tauro sia conseguente. È un porto di eccellenza e le ragioni portate dal ministro Lupi mi sembrano convincenti». «Per essere chiari va detto che stiamo parlando di materiale tossico, non di armi chimiche - prosegue Bonino -. Nei container l'agente chimico e gli inneschi sono ovviamente separati: diventano armi solo se vengono messi assieme, di solito nella testata del razzo. Il trasbordo, che avverrà da banchina a banchina, senza stoccaggio, impiegherà più o meno 48 ore».

Sui tempi dell'operazione vi è ancora qualche incertezza: «Le operazioni sono un po' in ritardo per problemi in Siria. Il trasbordo sulla nave americana Cape Ray, a Gioia Tauro, dovrebbe avvenire a fine mese o a inizio febbraio. La Cape Ray poi distruggerà i materiali in acque internazionali mediante idrolisi. I residui saranno trasferiti in Germania e Gran Bretagna per essere convertiti in sostanze utilizzabili dall'industria».

La cronaca di ieri

È il porto calabrese di Gioia Tauro quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura. Lo ha confermato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato.

«Non siamo assolutamente favorevoli, anzi siamo preoccupati - ha detto il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore - perchè non abbiamo avuto informazioni ufficiali e brancoliamo nel buio. Era opportuno che il ministro o gli organi competenti avvisassero le istituzioni locali. Faremo tutte le attività lecite e legali per impedire questa attività, anche se la chiusura del porto non compete al sindaco».

Il trasbordo delle armi chimiche siriane, ha detto il ministro Lupi, da un cargo alla nave Usa Cape Ray avverrà «da nave a nave», mediante la movimentazione di 60 container con appositi rotabili e quindi «senza lo stoccaggio» dei container a terra. «Per quanto pericolosi possano essere questi materiali - ha aggiunto Lupi - circa 560 tonnellate per 60 container, rientrano nei normali casi di pericolosità, gestibile e consueta per il porto in esame».

«È vero che la Calabria può offrire un contributo contro le armi chimiche e per la pace nel mondo, ma è anche vero che così facendo si rischia di portare alla guerra civile un territorio», ha affermato il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. «Credo che il presidente Letta e il ministro Bonino - ha aggiungeto - abbiano delle grandi responsabilità su quanto sta accadendo oggi nella nostra terra in quanto prima di qualsiasi assenso avrebbero dovuto avvertire il bisogno di coinvolgere le istituzioni locali, a iniziare dall'ente Regione, fornendo tutte le garanzie necessarie rispetto a una operazione così delicata».

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