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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2014 alle ore 19:09.

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BRUXELLES - La Commissione europea ha deciso oggi di proporre ambiziosi obiettivi ambientali, proponendo una riduzione delle emissioni nocive del 40%, dai livelli del 1990, entro il 2030. Il target - se fatto proprio dai 28 governi dell'Unione - sostituirebbe l'obiettivo attuale che prevede un taglio delle emissioni inquinanti del 20% entro il 2020. Il tema è molto controverso. Il suggerimento della Commissione, che non è per ora una formale proposta legislativa, sarà discussa nei prossimi mesi dai governi nazionali.

Nel contempo, la Commissione ha proposto di portare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili "ad almeno" il 27% del totale nel 2030, dal 20% nel 2020. In questo caso, il target è vincolante a livello europeo, ma si basa su impegni non vincolanti a livello europeo. Molti osservatori si chiedono come l'obiettivo comunitario possa essere raggiunto senza impegni obbligatori a livello nazionale. «Vogliamo lasciare ai governi margini di flessibilità», ha spiegato qui a Bruxelles il presidente della Commissione José Manuel Barroso.

«Il nostro tentativo è di trovare un compromesso tra i 28 governi», ha ammesso in una conferenza stampa il commissario all'ambiente Connie Hedegaard, notando il desiderio dei Paesi di poter scegliere il loro energy mix. Commentando il fatto che alcune organizzazioni ambientali sostengono la necessità di un obiettivo di oltre il 50% di riduzione delle emissioni nocive entro il 2030, la signora Hedegaard ha esortato le organizzazioni senza scopo di lucro a essere realistiche: «Un taglio del 40% non è piccolo, è grande», ha detto, ricordando che «i leader politici hanno l'obbligo di essere responsabili».

In queste settimane, molte organizzazioni imprenditoriali hanno spiegato pubblicamente che obiettivi troppo ambiziosi avrebbero pesato sulla competitività dell'economia europea. A preoccupare molte imprese è l'assenza di target ambiziosi in paesi concorrenti, come la Cina. Non è un caso se la Commissione oggi ha presentato anche un pacchetto di linee-guida con cui rafforzare il tessuto manifatturiero europeo, con l'obiettivo di far sì che l'industria rappresenti il 20% del prodotto interno lordo entro il 2020 (dal 15% attuale).

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