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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 08:50.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2014 alle ore 10:25.

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Nunzia De Girolamo (Space24)Nunzia De Girolamo (Space24)

Sono le 19 di una calda serata del luglio 2012. Nel salotto di casa De Girolamo, il direttore amministrativo dell'Asl di Benevento, Felice Pisapia, incontra l'allora deputato Pdl Nunzia De Girolamo, due suoi stretti collaboratori, e i vertici dell'azienda sanitaria locale. Giocherella con lo smartphone il manager e, senza destare sospetti, attiva il registratore. Ripeterà la stessa azione la settimana successiva, il 30 luglio.

Nella memoria del cellulare le decisioni del direttorio
E così per chissà quanti altri appuntamenti. Fissando sulla memoria del cellulare le decisioni di quello che il gip Cusani ha definito «ristretto direttorio politico-partitico costituito, al di fuori di ogni norma di legge, da componenti esterni all'amministrazione» che si «occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto di gestione» della struttura sanitaria.

Esplosive le 16 pagine di trascrizioni
Il Sannio-gate inizia allora a ticchettare, ma il detonatore che lo fa esplodere sono le sedici pagine di trascrizioni, di quei due colloqui estivi, allegate agli atti dell'inchiesta che porta al «confino» a Salerno proprio Pisapia, accusato di peculato e truffa in un diverso filone su presunte malversazioni nella sanità beneventana.

De Girolamo non è indagata
Nunzia De Girolamo non è indagata. I finanzieri cui la Procura ha delegato gli accertamenti scrivono che «allo stato» non sono state «evidenziate fattispecie penalmente rilevanti a carico dei soggetti coinvolti», ma la ministra delle Politiche agricole finirà comunque sulla graticola dello scontro politico-parlamentare. Resisterà poco meno di un mese. Ventiquattr'ore fa, la svolta: Nunzia si dimette in polemica con il Governo che, a suo dire, non l'avrebbe difesa adeguatamente.

Gli appalti nel mirino dell'inchiesta
Quello sull'Asl di Benevento è un thriller ancora tutto da scrivere. Almeno, dal punto di vista giudiziario. Come pepite di una miniera, dopo la pubblicazione a inizio anno dei documenti da parte del Fatto Quotidiano, le storie sottese a quei dialoghi monchi, criptici, allusivi vengono via via depurate dalle scorie e ricostruite e contestualizzate. A casa De Girolamo, Nunzia e i manager dell'Asl (oltre a Pisapia, erano presenti il direttore generale Michele Rossi e quello sanitario, Girolamo Ventucci) discutono di tutto e di più. Uno degli argomenti oggi finito nel mirino dei pm è l'appalto da 12 milioni di euro per il servizio 118, ma si parla anche della licenza di un bar all'interno dell'ospedale Fatebenefratelli da affidare alla cugina della parlamentare e di commercianti di mozzarelle «amici» ingiustamente multati.

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