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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 08:31.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2014 alle ore 13:12.

Nunzia De Girolamo esce dal Governo, Letta accetta le dimissioni della oramai ex responsabile delle Politiche agricole e assume l'interim del ministero. Il presidente del Consiglio, si legge in una nota di Palazzo Chigi, « ha convocato per questo pomeriggio a Palazzo Chigi i sottosegretari alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione».
Dopo le dimissioni del ministro tre scenari
Tra le ipotesi dopo il passo indietro di De Girolamo quella del rimpasto. Frena il segretario del Pd Matteo Renzi: «Non partecipiamo a discussione da prima Repubblica», risponde a chi gli chiede se le dimissioni del ministro aprano alla prospettiva di un rimpasto di governo. «Massimo rispetto», aggiunge, «per le dimissioni della De Girolamo ma il governo é una questione di competenza del Presidente del Consiglio». L'ipotesi di un ritocco alla squadra di Palazzo Chigi da parte del premier, ventilata nei giorni scorsi soprattutto da fonti vicine a Palazzo Chigi ma fino a oggi rimasta sulla carta in un esecutivo - tra nuova legge elettorale e riforme - soggetto a continui scossoni, non è l'unica: tra le altre soluzioni sul tavolo, il mantenimento dell'Interim da parte del premier e la distribuzione delle deleghe tra i ministri.
Il riequilibrio all'interno della maggioranza
Di fatto il Nuovo centrodestra perde un ministro. La conseguenza potrebbe essere un riequilibrio delle forze all'interno dell'Esecutivo, con un dimensionamento della componente alfaniana e un maggior coinvolgimento di quella renziana, uscita vincitrice dalle primarie del partito democratico. La maggioranza rimane in fibrillazione. Alle 13 scade intanto il termine per gli emendamenti all'Italicum. Se si fa la legge elettorale si va a votare, incalza il capogruppo di Forza Italia alla Brunetta.
Il Pd: ora legge elettorale, Titolo V, Senato gratis per il Paese
«Prendiamo atto delle dimissioni del ministro De Girolamo, a seguito delle vicende su cui il Pd l'aveva incalzata in Aula - afferma il giorno dopo le dimissioni di De Girolamo Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd e braccio destro del segretario dei democratici -. Ora più che mai il Pd è impegnato a portare a casa un percorso di riforme, legge elettorale, Titolo V, Senato gratis per il Paese e i suoi cittadini». In un'intervista a Il Messaggero il segretario del Pd Matteo Renzi avverte: «Niente imboscate in parlamento sulla legge elettorale». Riforma, sottolinea, «che vale più di una finanziaria. E si arriva al 2018».
Grillo: fuori un altro
Secondo i Cinque Stelle De Girolamo avrebbe deciso di dimettersi nel timore della mozione di sfiducia presentata dal Movimento. «Il M5S mantiene le promesse #tuttiacasa», scrive Beppe Grillo in un tweet con cui posta la foto dell'ormai ex ministro Nunzia De Girolamo. Nell'immagine è riportata la scritta "fuori un altro" e figurano i nomi di Silvio Berlusconi, del viceministro e sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, e di Luigi Tivelli, il lobbista "intercettato" dai 5 stelle al quale è stato ritirato il badge di ingresso a Montecitorio.
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