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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 08:05.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:54.
L'apparato industriale del Meridione resta - malgrado la sua economia fra il 2007 e il 2013 abbia perduto 43,7 miliardi di Pil - più ampio di quanto si pensi: nel 2012 gli occupati nelle industrie meridionali erano 1.313.104, il 20,6% del totale nazionale, pari a 6.362.013 unità, superando quelli dell'Italia centrale (1.147.106).
La Campania con 342.618 unità e la Puglia con 298.008 erano al 7° e all'8° posto nella graduatoria delle regioni per numero di occupati nel secondario; e se fra il 2007 e il 2012 è calato nel Sud del 9,3% il fatturato nelle piccole imprese, è cresciuto dell'8,2% nelle medie e, in misura minore, nelle grandi, escluse le raffinerie. L'Ilva di Taranto - la più grande fabbrica d'Italia con 11.407 addetti - nel 2012 ha toccato la produzione del 57% dei laminati piani del Paese. Oltre il 60% delle capacità nazionali di raffinazione è insediato nel Sud fra Sicilia - ove sono in esercizio a Priolo-Augusta la raffineria della Isab, controllata dalla russa Lukoil, e della Exxon, mentre a Gela v'è l'Eni Refining&marketing, e a Milazzo la Ram - e Sardegna ove a Sarroch (CA) produce il sito della Saras. A Taranto è localizzato un impianto di raffinazione Eni. Anche 3 dei 4 steam cracker della Versalis-Eni sono a Brindisi, Priolo e Porto Torres, ove opera la joint-venture con Novamont per la chimica verde.
I pozzi petroliferi in Basilicata sono i maggiori on-shore d'Europa - con nuovi investimenti per sfruttarli di oltre 3 miliardi di Eni e Total - mentre plastiche sono prodotte a Brindisi e nel Salernitano, e vetri piani e contenitori in vetro dalle multinazionali Pilkington, Sangalli, Owens Illinois a San Salvo (CH), Manfredonia, Bari e in Sicilia.
Nel Sud sono ubicati potenti impianti di generazione elettrica - da quelli dell'Enel a Brindisi, Presenzano, Rossano Calabro, Termini Imerese e nel Sulcis al turbogas dell'Enipower sempre a Brindisi - da quelli di Sorgenia a Termoli e Modugno (Ba) ai siti di Edipower, Edison ed E.On. Anche l'eolico ha nel Meridione la maggiore potenza installata; a Taranto costruisce aerogeneratori la danese Vestas, la più grande in Italia per addetti. Più del 60% della costruzione nel Paese di auto e veicoli commerciali leggeri ha i punti di forza negli stabilimenti di Fiat Auto e Fiat Industrial di Pomigliano (NA), Atessa (CH) e Melfi (PZ), mentre grandi fabbriche di componentistica sempre della Casa torinese sono a Sulmona, Termoli, Foggia, Caivano, Bari e altri stabilimenti di elevate dimensioni (per occupati) di Bosch, Denso, Dayco, Getrag, Skf, Graziano Trasmissioni, Bridgestone, sono distribuiti fra Abruzzo, Campania e Puglia.
La CNH a Lecce produce macchine movimento terra. È presente nel Meridione anche la costruzione di treni a Caserta, Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Villacidro in Sardegna con AnsaldoBreda, Firema e Keller.
I due robusti poli per numero di aziende e addetti dell'aerospazio di Finmeccanica e della GE-Avio Aero, insediati nell'area napoletana e a Brindisi - con propaggini a Benevento e, in Puglia, a Foggia e Grottaglie - sono fra i 5 in Italia con quelli di Lazio, Piemonte e Lombardia. Altre aziende strategiche sono nell'Ict la STMicroelectronics nell'Etna Valley a Catania, le multinazionali farmaceutiche Sanofi Aventis, Merck Serono, Novartis e Pfizer a L'Aquila, Torre Annunziata, Bari, Brindisi e Catania, la cantieristica a Castellammare di Stabia, Napoli, Palermo e Messina - con il grande Arsenale della Marina a Taranto - le agroalimentari, diffuse con siti di big player internazionali, ma anche di eccellenti produttori regionali, e poi ancora le industrie cementiere, di carta e cartotecnica, e del tac con brand affermati in Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia, e del legno-mobilio. Il Sud resta una grande area manifatturiera europea il cui rilancio concorrerà alla ripartenza dell'Italia.
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