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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2014 alle ore 09:23.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 14:23.

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Il pressing nella maggioranza per un Letta bis e un maggiore coinvolgimento di Renzi si fa sempre più insistente. L'obiettivo è ridare slancio all'azione dell'esecutivo. «Se si deve fare un Letta bis si faccia un Letta bis, se bisogna coinvolgere Renzi si coinvolga Renzi, ma non si vada più avanti così. Un governo non è fatto per sopravvivere, ma per decidere su cose concrete. Ncd non resterà a guardare le liti nel Pd», dichiara Maurizio Lupi, ministro per le Infrastrutture, a "Radio anch'io".

Letta: verifica dopo l'ok della Camera alla riforma elettorale
La verifica di Governo si farà dopo il via libera della Camera alla riforma elettorale. È l'impegno che, secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, avrebbe preso con i capigruppo di maggioranza, che lo hanno sollecitato sul punto, nel corso dell'incontro che si é tenuto stamattina a palazzo Chigi.

Scelta civica: ok Renzi a palazzo Chigi
Gli fa eco il capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Andrea Romano, che a Mix 24 su Radio24: «Il Pd deve scegliere se impegnarsi fino in fondo nel sostegno a Letta o se chiedere un cambio a palazzo Chigi. Se l'assunzione di responsabilità del Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a palazzo Chigi - ha spiegato - . L'importante è voltare pagina rispetto al rischio ormai conclamato di immobilismo del governo». Anche la minoranza Pd si fa sentire. «Il Pd deve dire chiaramente se ci sono o non ci sono le condizioni per rilanciare l'azione di governo», dichiara l'ex viceministro dell'Economia Stefano Fassina.

Incontro Letta-capigruppo maggioranza su decreti in scadenza
Stamattina, intanto, il premier Enrico Letta ha incontrato i capigruppo di maggioranza a Palazzo Chigi. All'ordine del giorno, tra gli altri temi, i decreti che vanno convertiti nei prossimi giorni. All'incontro era presente anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. I capigruppo si sono impegnati a far approvare in tempo utile dal Parlamento tutti i decreti in scadenza.

Dellai: per capigruppo necessaria verifica governo
Si è parlato anche di rimpasto, però. Non a caso, al termine dell'incontro il capogruppo alla Camera dei Popolari per l'Italia, Lorenzo Dellai, ha dicharato però che «si è evocata, mi pare da parte di tutti, la necessità che rapidamente il presidente del Consiglio chiuda una verifica politica di governo».

Minoranza Pd per Letta-bis, no staffetta con Renzi
All'interno della minoranza Pd guidata da Gianni Cuperlo, la soluzione migliore per il rilancio dell'azione dell'esecutivo non è però una staffetta Letta-Renzi alla guida del governo (ipotesi circolata con insistenza in questi giorni in ambienti parlamentari) ma una ripartenza del governo Letta, con il cosiddetto Letta bis, «che dia un segnale di discontinuità nei contenuti programmatici e recuperi prestigio e autorevolezza anche attraverso una compagine ministeriale rinnovata».

La segreteria Pd al Nazareno
Stamattina, alle 7,30, Matteo Renzi ha convocato a largo del Nazareno la segreteria del Pd. Sul tavolo ci sono i temi politici di stretta attualità come le riforme istituzionali e il piano per il lavoro. L'occasione servirà anche a fare il punto prima della direzione del partito convocata domani sul tema della riforma del titolo V e del Senato. Matteo Renzi è stato tra gli ultimi ad arrivare.

Domani la direzione Pd alle 16 con Letta
Alla direzione di domani alle ore 16, presso la sede del Partito Democratico (trasmessa in diretta su www.youdem.tv e sul sito del Pd) parteciperà anche il premier Enrico Letta. Alla riunione però non si parlerà di "Impegno 2014" ossia di patto di governo, dopo l'ennesimo rinvio imposto da Renzi. Ma Letta ha intenzione comunque di rivendicare i risultati del suo esecutivo, che «ci sono, anche se dopo grandi sforzi». Il premier, del resto, si è scagliato contro «il disfattismo imperante» che condiziona il dibattito politico e sociale in Italia. Un messaggio alle imprese, ai sindacati, ma anche ai partiti, soprattutto a quello che più di tutti dovrebbe fare gioco di squadra: il Pd di Matteo Renzi.

Le «resistenze» di Renzi
Il segretario Pd, però, non intende firmare il patto di coalizione prima che la legge elettorale venga votata definitivamente almeno dalla Camera e non è detto che il Jobs Act, di cui in direzione forse si potrebbe cominciare ad accennare ma che dovrebbe essere al centro di una riunione della settimana successiva, diventi un ddl del governo condiviso con le altre forze di maggioranza. Alcuni renziani, infatti, ipotizzano che possa diventare un pacchetto presentato dai parlamentari Pd direttamente alle Camere. Insomma, il premier giovedì chiederà che vengano riconosciuti i meriti del suo governo, li rivendicherà con forza sull'onda del successo degli accordi commerciali chiusi nel Golfo Persico e chiederà al Pd di sostenerlo in modo franco e leale. Ma non è detto che il «gioco di squadra» invocato dal premier sia tra gli obiettivi anche di Renzi.

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