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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2014 alle ore 07:41.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:59.

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Sembra l'uovo di Colombo dell'equità fiscale, ma finora non era mai stato possibile inventarlo. Chi vanta crediti con lo Stato non deve pagare cartelle esattoriali, ma semplicemente congelare le somme dovute. Eppure per anni è stato obiettato che si verificavano problemi nei controlli e una voragine nei conti pubblici. C'è voluto un emendamento targato M5S a far capire che "il re era nudo" e che quella "compensazione" è possibile se solo la si voglia. Non a caso l'emendamento è stato fatto proprio dai relatori al Dl "Destinazione Italia". Il buonsenso del lavoro di commissione ha pagato molto di più di qualunque assalto ai banchi del Governo in aula. Ora spetta al provvedimento attuativo dell'Economia evitare che le speranze indotte ieri vengano frustrate dalla burocrazia applicativa.

Già l'ordine del giorno con gli stessi contenuti, che i grillini avevano presentato da tempo, aveva riscosso consensi bipartisan e plebiscitari; ora quella corrente favorevole ha trovato un serio sbocco nella formulazione della legge.
Una lezione amara per tanti. A leggerlo adesso, quel codicillo, si intuisce come, probabilmente, avrebbe potuto salvare la vita stessa a chi, disperato, ha scelto la strada del suicidio come risposta alla recessione più grave dal dopoguerra. E come ribellione all'iniquità di cartelle da pagare quando non si hanno più denari perchè magari lo Stato fornitore non ti ha saldato il debito, ma fa scattare implacibili le maggiorazioni se non saldi gli importi nei tempi previsti.

Ci sono sempre i furbi, gli abusi, le situazioni border line, ma questo non deve diventare l'unica bussola per le scelte che interessano tutti.
Spetta a chi deve vigilare verificare i casi di falsa dichiarazione: certo non mancano le fonti e ormai le banche dati a disposizione del Fisco sono di fatto onnivore e onniscenti. La scelta di ieri è auspicabile segni un cambio di indirizzo strutturale.
L'idea di creare forme di compensazione tra debiti e crediti era da tempo anche una richiesta delle imprese, guidata dal buonsenso di chi tutti i giorni vive le situazioni nella realtà vera e non in quella solamente procedurale.

E realtà vera significa liquidità prosciugata dal credit crunch e casse vuote, dunque un effetto moltiplicatore del senso di disagio e di ingiustizia quando devi rapportarti con l'ottusità di un'amministrazione non in grado di distinguere tra evasori fraudolenti ed evasori per sopravvivenza. Proprio per questo l'esperimento, per ora limitato al 2014, andrà esteso anche in seguito.
Una lezione anche per il Movimento 5 Stelle. Quando la politica non è quella dell'invettiva, del tanto peggio tanto meglio o dell'olio di ricino "social" i risultati concreti arrivano. E, magari, prima o poi, su questa stessa strada, arriva anche la ripresa economica.

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