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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2014 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 10 febbraio 2014 alle ore 16:20.

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Il Paese non ha alternative: «agganciare il treno della crescita, restare in Europa non solo sulla carta, ma anche nella sostanza, è nostra priorità ineludibile, quasi una sfida per dimostrare la nostra capacità di visione strategica». Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante il suo intervento al convegno "Mobility Conference" che si tiene a Milano. In primo luogo, ha spiegato Squinzi, «dobbiamo fare nostro, una volta per tutte, l'assunto che il comparto infrastrutturale rientra a pieno titolo in una politica di crescita economica». Inoltre, ha aggiunto, bisogna considerare che «la crisi, che ancora non ci abbandona, offre l'opportunità per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente e sostenibile».

Investimenti pubblici in infrastrutture crollati tra 2009 e 2012: -23%
Per il presidente di Confindustria l'Italia ha bisogno di una «chiara inversione di rotta» sulla spesa pubblica per le infrastrutture. Squinzi punta il dito verso il «crollo degli investimenti pubblici in infrastrutture» a cui il Paese ha assistito «dalla crisi fino ad oggi». Un crollo che, a suo dire, «è stato costante e ha comportato una perdita di competitività e di capacità imprenditoriale con riflessi inevitabili sull'occupazione». In particolare c'è stata una flessione di «circa il 23% tra il 2009 e il 2012» e la tendenza indicata da Confindustria è del «-26,2% nel 2015». Il tutto «a fronte di una spesa corrente che al contrario è in costante crescita».

Realizzare opere pubbliche in Italia resta difficile
«Realizzare opere pubbliche nel nostro Paese non è facile. Anzi: è estremamente difficile». ha affermato Squinzi. Nonostante gli sforzi compiuti «non siamo riusciti ancora a risolvere il nodo della capacità di avere respiro strategico, di programmare e attuare gli interventi» ha sottolineato, spiegando che «le criticità restano sempre e comunque tutte in piedi. Penso ai tre grandi temi sui quali, quotidianamente, siamo impegnati per una soluzione: pianificazione e programmazione efficienti, semplificazione delle procedure e partecipazione dei privati alla realizzazione delle infrastrutture».

Expo 2015 sconta ritardi, a rischio accesso ai padiglioni
Sul fronte delle infrastrutture, poi, «Expo 2015 sembra scontare ritardi tra responsabilità regolatorie poco chiare, contenziosi amministrativi e difficoltà di reperire le risorse, con il rischio di rendere difficile l'accesso ai siti espositivi». Per questo Squinzi chiede di «fare il massimo per portare a termine gli interventi previsti perché le opere infrastrutturali legate ad Expo avranno un impatto nell'immediato ma anche sul lungo periodo in termini di occupazione, mobilità e potenziamento della logistica dell'area».

Su mobilità manca pianificazione nazionale coerente
Anche sul fronte mobilità «l'assenza di una pianificazione nazionale coerente e stabile non può consentirci di rispettare i vincoli di Bruxelles, né di mettere in atto tutti gli interventi per completare la nostra parte di Reti Ten-T», ha aggiunto il presidente di Confindustria. Sicuramente, ha ammesso, «qualcosa si sta muovendo - ne diamo atto al Ministro Lupi - : penso ad esempio al Piano aeroporti e all'annunciato piano per i Porti. Ma il nostro auspicio è che questo sia l'inizio di un disegno stabile e condiviso dello sviluppo del Paese e non muti a seconda dei governi o delle amministrazioni in carica».

Inaccettabile burocrazia ostile alle imprese
Il numero uno di viale dell'Astronomia è poi tornato a puntare l'indice contro la zavorra della burocrazia italiana. «È inaccettabile - ha detto - perdere occasioni, tempo, condizioni solo a causa di apparati (pubblici, ndr) troppo spesso ostili all'impresa, con il risultato che veniamo impediti di creare posti di lavoro, migliorando la capacità di spesa dei cittadini e riattivando nel contempo la domanda interna». Lo affermato sottolineando che «se vogliamo ritrovare la strada dello sviluppo economico razionalizziamo norme e procedure».


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