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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 09:58.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2014 alle ore 18:07.

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Giorgio NapolitanoGiorgio Napolitano

Il comitato parlamentare per la messa in stato d'accusa ha approvato l'archiviazione dell'impeachment nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con 28 voti a favore e otto contrari, quelli dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Forza Italia non ha partecipato alla votazione. La richiesta di archiviazione era arrivata dal Pd.

E ora, che cosa accade? «Prima che l'archiviazione sia definitiva devono passare dieci giorni. Se infatti il 25% del Parlamento lo richiede è possibile che questa sia impugnata», spiega il presidente del Comitato, Ignazio La Russa.

M5s non ci sta: raccoglieremo firme per portare impeachment in aula
I Cinque Stelle rilanciano: «Hanno vinto i patti e i ricatti dopo una notte di incontri al Quirinale. Ma non finisce qui. Raccoglieremo le firme in Parlamento per chiedere che il caso-Napolitano venga portato in aula in seduta congiunta», sottolineano in una nota deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle. «Dopo una notte di tentennamenti, il partito del Quirinale si è ricompattato contro la Costituzione e contro la volontà popolare. Dopo le ultime rivelazioni sulla nascita del governo Monti e sull'azione disciplinare nei confronti del pm Nino Di Matteo – aggiungono – appare più che evidente che le denunce del MoVimento, tradotte nella richiesta di messa in stato d'accusa, sono tutt'altro che prive di fondamento. Insomma – concludono – Re Giorgio è nudo».

Grillo: Napolitano, problema da rimuovere. Si dimetta
Ad attaccare, rigorosamente via blog, è anche Beppe Grillo. «Come può rimanere ancora al Quirinale? Napolitano deve avere la dignità di dimettersi», dice il guru del Movimento. «Bisogna capire quando si é a fine corsa e fuori ruolo. Lui lo é. Napolitano sta per compiere novant'anni, é in politica dal 1945, in Parlamento dal 1953, é peggio di una condanna all'ergastolo», incalza Grillo. «L'Italia non può essere condannata a Napolitano a vita e alle sue originali interpretazioni monarchiche del ruolo di presidente della Repubblica. L'Italia ha scelto la Repubblica il 2 giugno del 1946», dice ancora. E allora, dice Grillo, «qualcuno lo avverta. Napolitano é oggi il problema principale di questo Paese, prima viene rimosso, prima l'Italia potrà ripartire».

La denuncia dei grillini
La denuncia per la messa in stato d'accusa del presidente è stata presentata nei giorni scorsi dai Cinque Stelle: secondo M5s, infatti, il capo dello Stato ha forzato le proprie prerogative costituzionali. Il reato sarebbe dunque quello di "attentato alla Costituzione".

Pressing di Fi sul capo dello Stato: ora chiarisca
Intanto continua il pressing di Forza Italia sul capo dello Stato. «Non so se Napolitano deve dimettersi, certo deve chiarire». Giovanni Toti conferma che per Forza Italia il caso aperto dal libro di Friedman sulla caduta dell'ultimo governo Berlusconi non é ancora chiuso. Anzi. «Di sicuro su quell'estate - dice ancora, dallo studio di Mattino Cinque, il più diretto collaboratore di Silvio Berlusconi - c'é davvero ancora molto fumo e bisogna capire cosa é successo. Di sicuro non é rituale - incalza - che un Presidente della Repubblica faccia consultazioni e affidi addirittura preincarichi, lo dice Monti, non noi, mentre c'é un governo in carica, non sfiduciato dalle Camere». La questione, spiega Toti, «non é con chi il Capo dello Stato prende il té con i pasticcini ma il fatto che Monti dica che Napolitano gli aveva fatto chiaramente capire di tenersi pronto a un incarico di governo. Quando c'era un governo in carica, con tutti i suoi ministri al loro posto e - annota l'esponente FI - si era a giugno e lo spread era a 250».

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