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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2014 alle ore 09:06.
L'ultima modifica è del 12 febbraio 2014 alle ore 19:30.

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Enrico LettaEnrico Letta

Faccia a faccia di oltre un'ora questa mattina a palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi. Fonti di palazzo Chigi hanno fatto sapere che ognuno é rimasto sulle sue posizioni. Letta - che alla vigilia metteva in guardia chi lo vorrebbe dimissionario («mi dovete sfiduciare») - nel tardo pomeriggio ha illustrato in una conferenza stampa il nuovo programma di Governo, Impegno 2014. Elezioni? «Non diciamo sciocchezze», risponde il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Lisbona.

Il tweet del sindaco: parlerò domani
Nelle ultime ore il tam tam sull'ipotesi di una staffetta tra l'attuale presidente del Consiglio e il segretario del Pd. Letta però tira dritto e rilancia sul patto che, nelle sue intenzioni, dovrebbe blindare il suo esecutivo. Dopo l'incontro con Letta, Renzi ha raggiunto la sede romana del Pd, dove ha fatto il punto con i suoi fedelissimi. E ha twittato: «Leggo tante ricostruzioni sul Governo. Quello che devo dire, lo dirò domani alle 15 in direzione. In streaming, a viso aperto». Intanto è stata rinviata l'assemblea dei senatori del Pd con ilsegretario, in programma questa sera. La riunione era stata convocata per discutere di riforme, in particolare del Senato.

Renzi davanti a un bivio
I due leader devono trovare un'intesa in tempi stretti. Il segretario, viene riferito da fonti vicine a Renzi, é pressato da due fronti opposti: tra chi lo vuole al più presto a Palazzo Chigi, per imprimere velocità alle riforme e alle misure per fronteggiare la crisi economica e sociale, e chi lo mette in guardia sul rischio logoramento connesso a un eventuale ingresso a Palazzo Chigi con una maggioranza, forse più ampia, ma non meno disomogenea di quella Pd-Pdl-Sc.

Domani la direzione del Pd
Domani, nel pomeriggio, la direzione nazionale del Pd avrà all'ordine del giorno «l'esame della situazione politica». Se non si raggiungesse un accordo, renziani e lettiani potrebbero scontrarsi, e il vertice si farebbe subito infuocato. In queste ore si cerca di individuare una soluzione il più possibile condivisa. Si lavora per scongiurare una sfiducia politica di Letta in direzione. Un muro contro muro nel parlamentino del Pd significherebbe infatti sottoporre il partito, che già registra lo scontro tra la minoranza e la maggioranza renziana sulla legge elettorale, a una sfida pericolosa.

Saccomanni: avanti col lavoro, noi o altri non importa
Bisogna andare avanti con il lavoro intrapreso dal governo in questi mesi «se noi o altri ha poca importanza, l'importanza è che si prosegua», ha sottolineato il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. «Noi continuiamo a lavorare - ha detto Saccomanni -. Andiamo avanti e spero che le forze politiche si rendano conto della necessità che il lavoro intrapreso in questi mesi vada portato avanti con energia ed efficacia». Saccomanni ha evidenziato come non è importante se a proseguire nel lavoro iniziato in questi mesi «siamo noi o altri, l'importante è che si prosegua. I provvedimenti sono tutti importanti».

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