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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 08:43.
L'ultima modifica è del 13 febbraio 2014 alle ore 14:21.

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La minoranza del Pd: non ci metteremo di traverso
Il segretario farà la sua relazione. Si sta ragionando in queste ore se mettere al voto documento. Numeri alla mano, per Letta la strada potrebbe essere insalita, con poche possibilità di vedersi rinnovata la fiducia. A fare la differenza e a convincere il presidente del Consiglio a fare un passo indietro potrebbe essere la posizione assunta dalla minoranza del Pd, che rivendica di avere posto con forza il tema di un chiarimento e spiega di non volersi mettere di traverso, a patto che sia davvero un momento di verità. «Tocca al segretario del Pd dire parole di chiarezza sul percorso che il primo partito della maggioranza intende seguire», ha spiegato il presidente dimissionario Gianni Cuperlo, «ci comporteremo con il senso di responsabilità che é proprio non di una minoranza, ma di un gruppo dirigente impegnato a lavorare per l'unità del Pd».

Il rapporto con Franceschini
Il presidente del Consiglio nega in una nota le indiscrezioni di stampa in base alle quali ci sarebbe stato uno scontro tra lui e Dario Franceschini, con il premier ad accusare il ministro di averlo pugnalato alle spalle: «Leggo stamani su alcuni quotidiani frasi su Dario Franceschini che smentisco nel modo più assoluto di aver mai pronunciato».

Alfano: non togliamo le castagne dal fuoco al Pd
Intanto i partiti della maggioranza attendono la direzione del Pd. «L'eventualità di un governo Renzi? Si tratta di ore delicate, oggi é il giorno delle decisioni all'interno del Pd. Letta sa di poter contare sul Nuovo centro destra per un'alleanza proficua, se il suo partito gli darà fiducia per rilanciare l'azione del Governo. C'é un tentativo di inquinamento affinché il Ncd tolga le castagne dal fuoco al Pd, non sarà così», chiarisce Angelino Alfano alla "Telefonata" di Belpietro. «Questa vicenda é nata nel Pd ed é il partito democratico che deve risolverla», conclude il vicepremier.

M5s: il premier riferisca in Parlamento
Dall'opposizione i Cinque Stelle attaccano.«Il Governo va fiduciato o sfiduciato in Parlamento... e non nelle stanze di via del Nazareno», sottolinea il capogruppo M5s al Senato Vincenzo Maurizio Santangelo. Intervenendo nell'aula di Palazzo Madama, chiede che il premier «riferisca» in Parlamento.

Il toto ministri
Intanto continua il tam tam sul toto-ministri. Di nomi certi ancora non ce ne sono. Si fanno quelli di Graziano Delrio all'Interno, l'amministratore delegato di Luxottica Andrea Guerra allo Sviluppo economico. L'economista Tito Boeri, che da tempo ha creato un rapporto con il sindaco, è molto accreditato per un posto al ministero dell'Economia. Così come l'ex ministro Fabrizio Barca sarebbe in corsa per il lavoro fatto con Mario Monti sui fondi comunitari, molto apprezzato dal sindaco di Firenze. Anche Guglielmo Epifani, che ha gestito la fase congressuale, viene dato tra i nomi in pista per il ministero del lavoro. Ed é circolata la voce anche di Lucrezia Reichlin a Tesoro, economista ben introdotta nei circoli internazionali. Mentre si dà per certa l'uscita di Dario Franceschini destinato alla presidenza della Camera al posto di Laura Boldrini in predicato per un ministero. Gira il nome di Maria Elena Boschi alle Riforme con il compito di portare a casa la legge elettorale, la riforma del Senato e del Titolo V, obiettivi che Renzi continua a ritenere fondamentali per imprimere una svolta al paese. Angelino Alfano dovrebbe restare vicepremier. Emma Bonino potrebbe restare agli Esteri. Ma la partita è tutta da giocare. E le prossime ore potrebbero essere decisive.

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