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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2014 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 19 febbraio 2014 alle ore 22:41.

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(Ap/LaPresse)(Ap/LaPresse)

di Antonella Scott
KIEV - La notte che ha sconvolto l'Ucraina ha lasciato il posto a una giornata di rovine annerite, barricate fumanti, nuovi incendi e poi ancora scontri. Ha lasciato un bilancio di almeno 26 morti. E un Paese che precipita verso una spaccatura, man mano che i fatti di Kiev si ripercuotono fuori dalla capitale.

La "narodnaja rada", il parlamento locale di Leopoli, nell'Ovest dell'Ucraina, ha condannato il «regime di Kiev» per le azioni compiute contro il popolo, annunciando che non avrebbe più preso ordini dal presidente Viktor Yanukovich e dichiarando di «assumersi la piena responsabilità per il destino della regione e dei suoi abitanti». In serata, il presidente Yanukovich ha annunciato una «tregua» per «fermare il bagno di sangue» e la ripresa dei colloqui con l'opposizione. Al termine di un incontro con i tre leader dell'opposizione, «le parti hanno dichiarato la tregua e la ripresa di colloqui per fermare il bagno di sangue e stabilizzare la situazione», ha indicato la presidenza in un comunicato.

Disordini vengono registrati anche in altre città occidentali, Ivano-Frankivsk e Ternopil, dove gli uffici delle amministrazioni locali sono passati sotto il controllo dei manifestanti. «Potremmo assistere alle prime ore di una guerra civile», ha detto a Varsavia il premier polacco, Donald Tusk. La Polonia, che confina con l'Ucraina e teme una crisi a livello regionale, è particolarmente attiva sul dossier delle proteste della piazza ucraina pro-Ue.

Il governo: possibile l'intervento dell'esercito
Le forze armate potrebbero entrare in azione contro i manifestanti antigovernativi in Ucraina. Lo annuncia il ministero della Difesa di Kiev in una nota pubblicata sul suo sito web ufficiale parlando di un intervento dei militari in una «operazione antiterrorismo».

A Kiev, imperturbabile, il presidente Viktor Yanukovich ha attaccato i leader dell'opposizione per le violenze di questi mesi, invitandoli a prendere le distanze dalle forze radicali. «Hanno varcato il limite invitando la popolazione a prendere le armi», ha detto il presidente apparso in tv mercoledì mattina. Aggiungendo però che esiste un modo «migliore e più efficace» per risolvere la crisi, attraverso il dialogo e il compromesso. «Non è troppo tardi per fermare il confronto», ha detto Yanukovich, malgrado tutti i tentativi di dialogo finora siano falliti.

In piazza le tende bruciano
In Maidan Nezaleshnosti, la piazza dell'Indipendenza al centro della rivolta antigovernativa, bruciano ancora le tende in cui hanno vissuto i manifestanti in questi mesi. Incendiata, lì vicino, la sede dei sindacati divenuta base operativa della protesta. Dalla notte di martedì gli agenti antisommossa hanno cercato di smantellare l'accampamento facendosi largo con un blindato, lanci di granate assordanti e cannoni ad acqua, ma sono riusciti a prendere il controllo soltanto di una parte della piazza: la stessa in cui, 13 anni fa, gli ucraini proclamarono la loro indipendenza da Mosca. «Questa è un'isola di libertà e noi la difenderemo», ha detto ai dimostranti Vitaly Klitschko, uno dei tre leader dell'opposizione.

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