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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 15:58.

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La Regione Piemonte ricorrerà in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato nulle le elezioni amministrative del 2010. Lo ha deliberato una giunta straordinaria che si è tenuta ieri sera. «Abbiamo letto le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato l'annullamento delle elezioni regionali del 2010. Siamo rimasti fortemente perplessi per le possibili violazioni di legge riscontrate, in particolare per quelle relative all'eccesso di potere giurisdizionale, censurabili dalla Cassazione», ha commentato il presidente della Regione, Roberto Cota.

Cota: il voto è pienamente legittimo
«Per rispetto nei confronti dei piemontesi, il cui voto è pienamente legittimo e che non hanno nulla a che vedere con l'accanimento politico che ha portato all'epilogo di questi giorni - ha proseguito Cota - ci riteniamo obbligati a sottoporre la questione alla Corte di cassazione». Una mossa che, secondo Cota, «non avrà alcun effetto dilatorio o sospensivo». Cota ha assicurato di aver avviato «tutte le pratiche per indire le elezioni regionali in concomitanza con quelle europee». «Ovviamente ci auguriamo che la Cassazione ristabilisca la giustizia in tempi rapidi e utili», ha concluso il presidente uscente della Regione Piemonte.

Pd: Cota convochi le elezioni altrimenti commissario ad acta
«Siamo ormai alla farsa. Roberto Cota si affida all'ennesimo ricorso, questa volta in Cassazione, per scongiurare quello che cittadini, forze sociali ed economiche attendono da tempo: tornare al voto per dare finalmente un governo al Piemonte», hanno dichiarato il segretario del Pd piemontese, Davide Gariglio e il capogruppo in Consiglio regionale, Aldo Reschigna, commentando la decisione della Regione Piemonte di ricorrere alla Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato sulle elezioni regionali del 2010. «L'interesse del Piemonte è tornare al voto, non prolungare l'agonia di un malato terminale, ormai siamo oltre l'accanimento terapeutico. Si stacchi la spina, ci si rassegni e si vada serenamente verso le elezioni di maggio questo deve fare Cota, attuare quanto deciso dal Tar e confermato dal Consiglio di Stato». «Lo diffidiamo dall'assumere altre iniziative che non siano gli atti necessari per il voto del 25 maggio, a partire dall'indizione dei comizi elettorali - concludono - se invece Cota continuerà nel tentativo di difendere a ogni costo la sua poltrona, chiederemo la nomina di un commissario ad acta che dia attuazione a quanto deciso dalla giustizia amministrativa e faccia quello che lui, ormai evidente, non disposto a fare».

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