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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 09:11.
L'ultima modifica è del 20 febbraio 2014 alle ore 15:19.

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Nella notte i politici avevano parlato di una tregua accettata per risparmiare vite umane, per consentire una stabilizzazione. Avevano parlato della promessa del presidente di arrivare finalmente all'esame in Parlamento degli emendamenti costituzionali chiesti dall'opposizione per ridistribuire i poteri tra capo dello Stato e governo. "C'è la speranza di un compromesso", avevano detto Klitschko e Yatsenyuk accanto a Oleg Tyagnibok, leader dei nazionalisti. L'offensiva sul Maidan preparata per la notte, assicuravano, non ci sarebbe stata.

La speranza è svanita ancor prima dell'alba. Finora l'esercito ucraino aveva ripetuto di volersi tenere ai margini del confronto. In realtà, mercoledì i servizi di sicurezza eredi del Kgb - la sigla è Sbu - hanno fatto irruzione nella crisi, portando in campo con sé le forze armate. Con un nuovo comandante: nella serata di mercoledì il presidente Viktor Yanukovich aveva silurato per decreto il capo di stato maggiore, generale Volodymyr Zamana, sostituendolo con l'ammiraglio Juriy Ilyn, finora capo della Marina. Senza dare spiegazioni: ma a inizio febbraio, quando Yanukovich ha considerato per la prima volta l'imposizione di uno stato d'emergenza contro le proteste, il generale Zamana aveva obiettato pubblicamente.

E mercoledì Oleksandr Yakimenko, il capo dell'Sbu, aveva annunciato il lancio di «un'operazione anti-terrorismo» in tutto il territorio nazionale, scattata - secondo una dichiarazione sul sito web - dopo il saccheggio di uffici governativi, depositi di armi e munizioni da parte di «gruppi estremisti». «I tribunali vengono incendiati, vandali distruggono appartamenti privati, uccidendo cittadini pacifici», dice il capo dell'Sbu descrivendo le ultime 24 ore in cui l'Ucraina ha visto precipitare il confronto, con violenze che a Kiev hanno ucciso almeno 26 persone, tra cui 10 ufficiali di polizia.

«È curioso - si chiede da Kiev un osservatore che preferisce restare anonimo - il capo dell'Sbu ha detto che Yanukovich è stato "messo al corrente" della decisione di lanciare l'operazione anti-terrorismo. Perché ha formulato la frase in questo modo?». C'è la possibilità che il presidente non voglia prendersi la responsabilità della decisione. «Per imporre la legge marziale occorre l'approvazione del Parlamento - spiega all'agenzia Bloomberg Oleksiy Melnyk, analista del Centro Razumkov di Kiev - mentre per un'operazione anti-terrorismo basta informare il presidente». E questa potrebbe essere affidata ai militari: l'operazione anti-terrorismo - scrive il ministero della Difesa - dà all'esercito il potere di arrestare e anche sparare su civili ucraini, oltre a fermare e perquisire veicoli e persone.

Da Washington, Barack Obama lancia un avvertimento: i militari non intervengano contro i dimostranti, se lo faranno "ci saranno conseguenze". A Bruxelles i ministri degli Esteri dell'Unione Europea si preparano a discutere sanzioni che gli Stati Uniti hanno già iniziato ad adottare, vietando l'ingresso negli Usa a 20 membri del governo ucraino, una lista in cui è possibile ci sia anche il nome di Yanukovich.

In questi mesi a Kiev erano state le forze del ministero degli Interni, la polizia e le truppe antisommossa Berkut a gestire la protesta. A fianco dei "titushki", mercenari addestrati per fomentare violenze tra i dimostranti. Sull'altro fronte sono invece le formazioni di estremisti radicali, che sfuggono al controllo dei principali movimenti dell'opposizione, a provocare le violenze.

Propagandosi nelle province, la rivolta di Kiev assume ormai toni secessionisti nel bastione occidentale di Leopoli. Dove i dimostranti filoeuropei hanno avuto la meglio sul governo locale e anche sulle forze di polizia. I deputati della narodnaja rada, la Duma regionale, hanno dichiarato mercoledì che non intendono più prendere ordini da Yanukovich, proclamando la propria autonomia politica e assumendo il potere esecutivo. E anche in altre quattro province dell'Ovest ucraino, il più ostile a Yanukovich - Ivano-Frankivsk, Khmelnitsky, Uzhgorod e Ternopil - i manifestanti dell'opposizione hanno preso il controllo delle sedi delle amministrazioni. «Stiamo assistendo alle prime ore di una guerra civile», ha detto il premier polacco, Donald Tusk. Quella di giovedì doveva essere una giornata di lutto per le vittime di martedì scorso: la giornata più violenta- fino a oggi - dall'inizio di questa crisi.

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