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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 06:40.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 12:15.

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio (Fotogramma)Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio (Fotogramma)

Renzi per la verità non l'ha neppure citato al Senato.
Ma è assolutamente una sua e una nostra priorità. Non possiamo raccontarci ogni giorno che la priorità è l'innovazione e poi assistere senza far nulla a un'Italia che è in fondo alle classifiche per investimenti in ricerca. Si parla tanto del 3% del deficit/Pil, cominciamo dal rispettare anche l'obiettivo del 3% di spesa in ricerca. Questo Matteo l'ha detto. Ed è un punto molto importante del nostro programma.

Anche qui: non si rischia solo un effetto annuncio?
No, perché ho qui sul tavolo il dossier (Delrio batte la mano su una pila di cartelline rosa e gialle sulla scrivania, non un foglio excel, ma un buon numero di dossier che sembrano allo studio, ndr) e le assicuro che sul credito di imposta per l'assunzione dei ricercatori metteremo un bel po' di risorse. Prevediamo alcune migliaia di assunzioni di ricercatori da parte delle aziende.

Sui pagamenti alle imprese davvero sarete in grado di pagare tutti i debiti pregressi?
È allo studio una norma che permetterà di farlo.

La proposta Bassanini?
Sarà coinvolta la Cdp, ma non posso scoprire troppo le carte. Se ne occuperà il ministro Padoan nelle prossime settimane.

Permette che su questo ci sia un po' di scetticismo. Si viene da tanti annunci, sin dai tempi di Passera. Poi qualcosa è partito. Ma sempre con molta fatica.
Capisco lo scetticismo e capisco l'impostazione di chi, come voi del Sole 24 Ore, vuol giudicare dai fatti. È giusto. Benissimo. È una cultura che è anche la nostra, di noi sindaci. Ma penso che a volte Renzi venga anche un po' sottovalutato. In questi giorni lui ha annunciato uno straordinario investimento sui due nodi che bloccano il Paese: la mancanza di liquidità delle imprese, cui rimedieremo con i pagamenti della Pa e con l'allargamento del fondo centrale di garanzia per le Pmi; e l'elevatissimo livello di pressione fiscale che grava sulle imprese e sui lavoratori, dove agiremo con la più grande riduzione di tasse mai fatta in questo Paese. Su questo meritiamo fiducia.

Intanto l'Europa ieri ci ha detto che cresceremo meno di quanto previsto e che il debito resta il problema dei problemi. Anche il deficit/Pil nel 2015 sembra già fuori linea.
I dati dell'Europa dimostrano una volta di più che noi dobbiamo, nella serietà della gestione della finanza pubblica, risolvere il problema della mancata crescita. Dobbiamo crescere di più. Perciò vogliamo effettuare un taglio di tasse visibile sulle imprese, perché queste riprendano fiducia e tornino a investire, e visibile sui lavoratori, perché questi tornino a consumare. E come le dicevo siamo convinti, concentrando gli interventi, di avere le risorse per poterlo fare.

Una parte della copertura verrà anche dalla tassazione delle rendite finanziarie? La sua dichiarazione sui BoT alla trasmissione di Lucia Annunziata ha provocato un piccolo terremoto...
Né io né nessuno ha mai detto che tasseremo i BoT. Stiamo facendo una grande operazione di riduzione fiscale su lavoratori e imprese, se in questo ambito eleveremo la tassazione delle rendite finanziarie a livello europeo non credo sia uno scandalo. Ma l'intervento riguarderà solo i grandi risparmiatori, non le vecchiette con pochi BoT.

Difficile attendersi su questo fronte grandi coperture. Diverso il discorso per la spending review. Ha già avuto modo di vedere il lavoro di Cottarelli?
Sì, è un ottimo lavoro. Ne ho già parlato con Padoan e pensiamo di farlo nostro.

C'è l'idea di portare la competenza sulla spending review a Palazzo Chigi?
Ci sarà un coordinamento certo, i tagli di spesa non sono una questione che riguarda solo il ministero dell'Economia. È opportuno che Palazzo Chigi abbia una regia.

Qual è l'obiettivo in termini di cifre?
Quello di Cottarelli: nel triennio 32 miliardi.

E per il 2014?
È possibile ricavare 3 miliardi in più. Ma è giusto aspettare le valutazioni di Padoan.

Anche per i fondi strutturali europei la competenza sarà spostata a palazzo Chigi?
Sì, quel tesoro va speso meglio. Abbiamo fatto grandi passi avanti in questi anni. Ma noi vogliamo gestire i fondi sulla base di precise priorità. Non interventi a pioggia, ma concentrazione su grandi obiettivi come il credito alle Pmi o il credito di imposta.

Del metodo nuovo fa parte anche il ricambio della burocrazia pubblica. In realtà gli incarichi apicali sono tutti già rimovibili, il problema è che non avviene.
Su questo davvero vogliamo cambiare. Su due linee: riduzione delle sovrapposizioni negli incarichi per tutti; e una semplificazione complessiva delle regole in modo da poter davvero premiare i risultati.

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