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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 09:26.
L'ultima modifica è del 27 febbraio 2014 alle ore 07:30.

(Ansa)(Ansa)

Ripartire dalla scuola.Questa mattina il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha raggiunto Treviso. In mattinata ha visitato la scuola media "Coletti" di Santa Bona, nella periferia della città veneta. Con lui il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e il responsabile del Lavoro Giuliano Poletti.

L'ipotesi del taglio dell'Irap di un terzo
Durante la visita Renzi ha incontrato a Palazzo Rinaldi, sede del comune di Treviso, una delegazione di imprenditori veneti. Tra questi Mario Moretti Polegato, patron di Geox, Luciano Benetton, Giuseppe Delonghi, Paolo Fassa di Fassa Bortolo, Carlo Archiutti di Veneta Cucine, Nicola Tognana e Bruno Vianello della Texa. Al termine dell'incontro, ha chiarito: «Se noi riduciamo l'Irap, che vale oltre 30 miliardi, di una decina di miliardi le aziende hanno subito una riduzione di un terzo. Viceversa se segniamo la strada della riduzione fiscale di 10 miliardi sull'Irpef è evidente che i lavoratori si trovano in tasca solo qualche ventina di euro. Non abbiamo ancora deciso - ha concluso - quale delle due squadre».

La prima uscita ufficiale
Quella a Treviso è stata la sua prima uscita ufficiale da capo del governo, dopo che ieri ha incassato la seconda fiducia, quella della Camera. All'arrivo, il presidente del Consiglio è stato accolto dalle contestazioni di una decina di militanti di Forza Nuova. All'ingresso dell'istituto ha avvicinato un gruppo di lavoratrici delle pulizie delle scuole, che gli hanno consegnato un volantino con la protesta per gli appalti al ribasso. «Ho visto che c'erano delle contestazioni - ha raccontato Renzi - non sono riuscito a parlare con le singole persone, ho visto Forza Nuova fuori dalla scuola, mi hanno spiegato che c'era il Movimento dei forconi, ed é normale: noi non siamo qui a far passerelle e a tagliar nastri, siamo a parlare con il Paese reale».

Ridurremo cuneo fiscale di 10 miliardi
Poi il segretario del Pd ha incontrato i sindaci dell'area e ha annunciato che il piano lavoro sarà pronto prima del 17 marzo, giorno del vertice bilaterale con Angela Merkel a Berlino. Il capo del governo ha confermato la riduzione del cuneo fiscale di 10 miliardi.

Guardiamo allo spread ma i Paesi si salvano con la scuola
«La scuola è il punto di ripartenza del Paese. Al Governo dobbiamo guardare allo spread e ai mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano». Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, nell'incontro avuto in prima mattinata con gli studenti. «L'Italia - ha affermato - riprendendo quanto detto ieri alla Camera - diventa grande e importante solo se riesce a investire nella scuola. Perciò abbiamo deciso di ripartire da qui. Negli ultimi anni gli insegnanti sono stati considerati un po' poco». Il capo del Governo ha anche annunciato che attiverà nei prossimi giorni «la casella matteo@governo.it. Segnalatemi i problemi - ha detto a studenti e insegnanti - se c'e' qualcosa che non va voi me lo segnalate a questa casella».

Renzi ai sindaci: sul patto di stabilità avete ragione
Il premier ha poi incontrato una settantina di sindaci dell'area di Treviso. «I sindaci stanno recriminando che non c'è personale, che hanno il Patto di stabilità, hanno i soldi fermi, non possono investire sulle scuole e Renzi sta prendendo appunti e dicendo: "Voi avete ragione, questa cosa dovrà essere assolutamente sbloccata»: lo ha riferito Antonella Tocchetto, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Comune di Treviso.

Le municipalizzate vanno diminuite
Nel colloquio con i sindaci il presidente del Consiglio ha affrontato il nodo municipalizzate. «Per quanto riguarda le municipalizzate - ha detto - serve certezza delle regole e quindi noi abbiamo deciso che per tre anni non cambieranno anche se io sono dell'idea che le società municipalizzate vanno diminuite».

Il federalismo fiscale? Fino ad ora solo una barzelletta
Sempre ai sindaci ha parlato della necessità di rilanciare il federalismo fiscale: fino a ora, ha ricordato, «é stato poco più di una barzelletta: va invece fatto seriamente riuscendo a superare la logica dello scontro ideologico per trovare la soluzione più corretta».

Taddei: l'obiettivo è dare 500 euro in più ai lavoratori
A fornire ulteriori indicazioni è stato il responsabile Economia del Pd, Filippo Taddei. «I lavoratori trovino in busta paga un po' di conforto, non miracoli - ha chiarito, illustrando a Radio Capital alcune delle misure che ha in mente il governo -. Pensiamo a un taglio del costo del lavoro per 8-10 miliardi. Un taglio del 10% dell'Irap, per due miliardi e mezzo. Il resto con la diminuzione dell'Irpef. Per i redditi medio-bassi si tratterebbe di un taglio del 10% del carico fiscale che va poi a decrescere quando cresce il reddito. Per un lavoratore che guadagna 1500 euro netti per tredici mensilità si avrebbe un guadagno di 500 euro netti all'anno in busta paga. Le risorse - ha aggiunto Taddei - arrivano in gran parte dalla revisione della spesa e dalla riduzione delle spese correnti. Non vogliamo fare il tipico giochino di abbassare le tasse senza trovare coperture solide».

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