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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 13:20.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2014 alle ore 16:45.

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Le sfide sono quelle, ora occorre pensare ai contenuti. «Renzi, in Senato e alla Camera ha sicuramente captato i problemi su cui dobbiamo intervenire» ha ricordato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto alla presentazione di un rapporto a cura di Accredia e Censis a Roma. Il numero uno degli industriali non ha espresso un giudizio sul nuovo esecutivo. Dopo aver «atteso sei/otto mesi» per un giudizio sul governo Letta, «ora vogliamo essere tranquilli che Renzi mantenga queste promesse», ha spiegato.

Ora misure per la crescita o saremo costretti a strisciare sul fondo
Un taglio netto del cuneo fiscale, semplificazioni, riforma del tiolo V, riforma fiscale: questa è la strada ribadita dal presidente di Confindustria. Così «forse potremo dare uno slancio alla crescita del Paese. Se questo non avviene saremo costretti a strisciare sul fondo». La ripresa, ha spiegato, non sarà rigorosa, quindi è urgente adottare provvedimenti.

Dieci miliardi di taglio cuneo sarebbe la misura minima
Per quanto riguarda l'alleggerimento della tassazione sul lavoro, Squinzi ha sottolineato che un taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale-contributivo sul costo del lavoro sarebbe «la misura minima», la «linea del Piave». Il presidente di Confindustria ha ricordato la proposta dell'associazione degli industriali di un anno fa: «Pensavamo che un intervento forte sarebbe stato di 20 miliardi, e indicavamo anche come e dove reperire le risorse».

Disposti a rinunciare a incentivi per taglio cuneo
«Il sistema delle imprese è pronto a rinunciare a tutti i trasferimenti, purché il ricavato vada a incidere su costo del lavoro e, in modo particolare, sul cuneo fiscale», ha spiegato poi Squinzi, in audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato sul semestre europeo.

Legge Fornero non soddisfa nessuno, governo intervenga
Quanto alla riforma Fornero sul mercato del lavoro «non ha soddisfatto nessuno, perché non ha migliorato la flessibilità in uscita e ha peggiorato la flessibilità in entrata», ha aggiunto Squinzi. E ancora: «Mi auguro che il nuovo governo possa intervenire».

Utilizzare calo spread per reinvestire in crescita
La priorità resta la crescita. «Sicuramente il calo dello spread è un calo generalizzato che sta toccando tutti i Paesi e l'Italia dovrebbe reinvestire tutto immediatamente per la crescita del Paese». E' l'esortazione che arriva dal presidente di Confindustria.

Industrial Compact per rilanciare l'economia
Confindustria individua nel rilancio del manifatturiero, con l'obiettivo di portare al 20% del Pil la quota dell'industria entro il 2020, «la priorità per consentire all'Europa di uscire definitivamente dalla crisi» ha detto il presidente dell'associazione imprenditoriale, nel corso dell'audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.

Negoziare con Ue senza eliminare vincolo 3%
Secondo Squinzi, è necessaria una trattativa con l'Unione europea per far ripartire gli investimenti. «Sarebbe importante negoziare - ha detto - senza voler eliminare il vincolo del 3% sul debito pubblico, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi, in ricerca, in sviluppo, per tutto ciò che crea occupazione: questo - ha concluso - è importante non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa».

Serio piano riforme per più flessibilità da Ue
«Il nuovo Governo ha davanti a sé una grande chance in Europa: far sì che, complice una rinnovata fiducia dei mercati, sintetizzata da tassi e uno spread ai minimi storici, vengano riconosciuti all'Italia i margini di flessibilità concessi dal Patto di Stabilità in cambio di un serio programma di riforme» ha aggiunto il presidente di Confindustria in audizione al Senato. «Sono certo che il neo premier Matteo Renzi - ha aggiunto - lavorerà in tal senso già nel vertice di marzo».

Letta? Non ha mantenuto alcune promesse
Squinzi ha anche parlato dell'esecutivo precedente. «Avevo ed ho molta stima di Enrico Letta come persona ma non ha mantenuto alcune delle promesse fatte», ha detto il presidente di Confindustria. Squinzi ha fatto riferimento a un «taglio significativo del costo del lavoro» e l'avvio di una vera e propria «semplificazione». Ecco perché «noi abbiamo rilevato questa mancanza. Però noi - ha detto spiegando come Confindustria non abbia avuto un peso nelle dimissioni dell'ex premier - non abbiamo un ruolo politico e non siamo un partito». Comunque, «noi non eravamo prevenuti contro il governo Letta», ha concluso.

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