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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 12:41.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2014 alle ore 10:50.

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Francesco CampanellaFrancesco Campanella

È strappo all'interno dei Cinque Stelle tra espulsi, dimissionari e cambi di casacca. Sono sei i senatori che hanno presentato ufficialmente la richiesta di dimissioni da parlamentare alla presidenza del Senato. Tra loro solo uno è tra quelli espulsi, Luis Orellana. Ma a breve dovrebbero seguire quelle degli altri tre. A formalizzare il passo indietro, oltre a Orellana, Maria Mussini, Monica Casaletto, Maurizio Romani, Alessandra Bencini e Laura Bignami. Sulla richiesta di dimissioni dovrà esprimersi l'Aula di Palazzo madama. E prende corpo l'ipotesi di un nuovo gruppo al Senato, che potrebbe imbarcare anche Sel e i dissidenti del Pd, a partire dai senatori civatiani. Per Renzi una possibile alternativa all'appoggio del Nuovo centrodestra.

Due deputati grillini passano al gruppo Misto
Alla Camera due deputati grillini, Alessio Tacconi e Ivan Catalano passano al gruppo Misto. Altri cinque deputati mediterebbero l'addio. I fedelissimi di Grillo attaccano i dissidenti. Anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha criticato la scelta di espellere i dissidenti. «Zavorre», «parassiti», «mangiasoldi»: sono queste le principali accuse. Alla Camera una trentina di deputati 5 Stelle sono stati sospesi dai 10 ai 15 giorni per i disordini in aula del 29 e 30 gennaio, in occasione dell'applicazione da parte della presidente della Camera Laura Boldrini del meccanismo della tagliola al decreto Imu - Bankitalia, che rischiava di non essere convertito.

Campanella: dimissioni? Prima devo parlare con attivisti
Dei quattro espulsi quello con più dubbi sulle dimissioni è Campanella. «Prima devo parlare con il territorio, con gli attivisti e, francamente, i segnali avuti finora dal territorio non sono in direzione delle dimissioni» ha detto conversando con i giornalisti a palazzo Madama.

Ore di alta tensione
Sono ore ad alta tensione all'interno del Movimento. L'ex capogruppo M5S, Nicola Morra, chiede che sulla richiesta di dimissioni avanzata dai sei senatorie l'assemblea di palazzo Madama «decida in tempi ragionevoli e certi. Altrimenti si passa al ridicolo e la maggioranza avrebbe un'opposizione depotenziata». Roberta Lombardi, ex capogruppo M5S alla Camera, alza il tono dello scontro: «Siamo in guerra. O dentro o fuori», spiega.

I leader "ortodossi": ora via tutti i "parassiti"
«Finalmente, zavorra che va via, persone che da questo momento diventeranno parassiti, dovrebbero dimettersi, non cambiare gruppo!»: parole scritte e sottoscritte da un gruppo di otto deputati M5s: tra di loro i leader "ortodossi" Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Chi si sente «a disagio», dicono, «colga il momento, segua l'esempio di questi individui».

Messora: pericoloso chi logora le truppe
«Chi logora l'umore e la motivazione delle truppe è pericoloso, per sé e per gli altri», avverte in un post sul suo blog il responsabile comunicazione del M5s, Claudio Messora. Insomma, nel Movimento si è giunti alla resa dei conti tra chi chiede una linea politica più dialogante con le forze politiche e chi rimane fedele al muro contro muro, due leader Grillo e Casaleggio.

Gruppo M5S voterà dimissioni senatori in Aula
Non a caso il gruppo dei senatori dell'M5S è orientato a votare in Aula parere favorevole alla richiesta di dimissioni presentata da sei loro colleghi. È quanto si apprende mentre è in corso una riunione del gruppo M5S al Senato che ha, tra l'altro, all'ordine del giorno la ratifica delle espulsioni dopo il voto della rete.

L'espulsione dei 4 senatori dissidenti
Mercoledì gli iscritti al blog di Beppe Grillo hanno deciso che Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana vanno allontanati (questa mattina Orellana e Battista sono comunque intervenuti in aula a nome del M5s, il primo poi si è dimesso).

Si vota online sulle soglie di sbarramento
Intanto ieri i cittadini hanno votato online, dal blog di Grillo, sulla soglia di sbarramento della legge elettorale. Hanno votato per una percentuale fissa a livello nazionale in 20.507, per i collegi piccoli senza recupero in quello nazionale in 6.257. I votanti in tutto sono stati 26.764.

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