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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 19:12.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2014 alle ore 13:32.

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Il nodo Tasi (il tributo sui servizi indivisibili che dovrà essere corrisposta sia dai proprietari che dagli inquilini) arriva questa mattina sul tavolo del Consiglio dei ministri attualmente in corso che ha approvato il nuovo decreto Salva Roma. In particolare sarebbe permesso un aumento fino allo 0,8 per mille delle aliquote della nuova tassa finalizzate a introdurre detrazioni per i cittadini. All'ordine del giorno del Cdm anche la nomina dei sottosegretari. La riunione dell'esecutivo è iniziata dopo le 11, in ritardo.

Legnini: in Cdm domani uno o più decreti con norme su Tasi
La notizia è stata confermata da Giovanni Legnini, sottosegretario uscente alla presidenza del Consiglio, che a Sky Tg Economia ha detto che il Consiglio dei ministri dovrebbe esaminare domani (oggi ndr) «uno o più decreti» sugli enti locali che dovrebbero recepire l'accordo fra l'esecutivo Letta e i Comuni sulla Tasi. Legnini ha ricordato che «c'è un accordo fatto sulla vicenda della Tasi con il governo Letta e dentro questo o questi provvedimenti si troverà una soluzione anche sull'emergenza Roma che non sarà la stessa soluzione oggetto del decreto decaduto».

La misura nel nuovo decreto Salva Roma
Come anticipato oggi dal Sole 24 Ore appare insomma sempre più probabile che all'interno del nuovo decreto Salva Roma trovi spazio anche la norma che consentirà al neo premier Matteo Renzi di chiudere la partita sulla Tasi ereditata dal suo predecessore Enrico Letta. Sfruttando il lavoro che il neo sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, ha svolto in veste di responsabile degli Affari regionali dell'esecutivo uscente. E che, nelle scorse settimane, gli ha consentito di arrivare a un accordo con l'Anci sulle misure da mettere in campo per evitare che i municipi escano sconfitti nel passaggio dalla vecchia imposta municipale al nuovo tributo sui servizi indivisibili dei Comuni.

La ripartizione dell'aliquota addizionale
Proprio quell'intesa dovrebbe costituire la base della norma che verrà formalizzata domani. La prima mossa dovrebbe essere infatti l'introduzione di un'addizionale fino allo 0,8 per mille che i municipi decideranno dove e in che misura applicare: tutta sull'aliquota Tasi del 2,5 per mille sulla prima casa, che salirebbe così al 3,3; tutta sull'aliquota per seconde abitazioni e altri immobili, che arriverebbe all'11,4 per mille inclusa l'Imu; pro quota sulle due imposte precedenti. A seconda della soluzione adottata, il comparto comunale potrebbe incassare dagli 1,3 agli 1,7 miliardi. Che saranno semplicemente «finalizzati», anziché destinati «esclusivamente», all'istituzione di detrazioni per le famiglie sulla falsariga di quella da 200 euro prevista per l'Imu.


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