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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2014 alle ore 20:28.
L'ultima modifica è del 02 marzo 2014 alle ore 14:31.
In Crimea
Fra ieri e oggi decine di uomini armati di kalashnikov e incappucciati, in uniforme ma senza distintivi che ne consentano l'identificazione, hanno preso posizione nei pressi del Parlamento della Crimea a Simferopoli. Due mitragliatrici sono state sistemate per poter difendere l'edificio del Parlamento: un commando filorusso aveva già preso il controllo due giorni fa del palazzo ufficiale, ma non era visibile all'esterno. Diventava così visibile l'appello a Mosca di Sergei Aksyonov, nuovo primo ministro filorusso della repubblica autonoma situata nella parte meridionale dell'Ucraina, per mantenere la calma in Crimea.
Pochi minuti più tardi, le agenzia di stampa russe citavano una fonte dell'amministrazione Putin che assicurava che la richiesta del leader della Crimea, territorio ucraino autonomo e filorusso, «non sarebbe passata inosservata». L'ambasciatore russo all'Onu, Vitali Churkin, si affrettava però a ridimensionare le accuse del governo di Kiev che ha denuncia un intervento militare di Mosca in Crimea: «Abbiamo un accordo con l'Ucraina sulla presenza della flotta russa nel Mar Nero e ci stiamo muovendo nel quadro di questo accordo». Aksyonov ha anche detto che il suo governo ha assunto pieno controllo di tutte le agenzie e strutture della sicurezza ucraine in territorio della Crimea. «Tutti i comandanti devono obbedire esclusivamente ai miei ordini e decreti. Chiedo a coloro che non sono d'accordo di lasciare il servizio».
La Crimea ieri scena del blitz nei due aeroporti diventa prova decisiva del cambiamento in Ucraina che con le rivolte di Maidan tenta di agganciarsi all'Occidente e all'Ue. Le autorità hanno ora deciso di anticipare al 30 marzo il referendum per una maggiore autonomia della Repubblica, originariamente fissato al 25 maggio, in coincidenza con le elezioni presidenziali.
Ucraina divisa fra Ovest pro Ue ed Est pro Russia
Kiev confermava che truppe russe sono sul territorio ucraino. È di 6mila uomini e 30 blindati il contingente inviato da Mosca nel territorio autonomo della Crimea, riferisce il ministro della Difesa ucraino, Igor Peniuk, il quale conferma che non «c'è stata alcuna autorizzazione di Kiev». L'Ucraina si rifiuta però di rispondere «con la forza» alla «provocazione» russa, dice il giovane neopremier ucraino, Arseni Iatseniuk. Dopo la cacciata del presidente Yanukovych, il Paese è però in subbuglio e l'aggancio all'Occidente e all'Ue non è scontato.
Almeno 10.000 persone sono scese in strada a Donetsk, città ucraina e filo-russa nella parte orientale del Paese e roccaforte del deposto Yanukovich, per protestare contro il nuovo governo, pro-Ue, insediatosi a Kiev. I manifestanti sostengono «l'aspirazione della Crimea di ricongiungersi alla Russia». Donetsk fa parte della parte dell'Ucraina che nutre simpatie e legami storici più forti con Mosca a differenza della zona occidentale, ex territorio austro-ungarico e polacco, più vicino all'Europa. Decine di persone sono rimaste ferite anche nell'assalto al palazzo dell'amministrazione regionale di Kharkiv, seconda città ucraina sempre sul versante orientale, da parte di circa 300 filorussi - alcuni dei quali con in mano armi da fuoco - che hanno sfondato un cordone di sostenitori delle nuove autorità ucraine. L'irruzione nell'edificio è avvenuta a margine di una manifestazione pro-Mosca a cui hanno partecipato 20.000 persone.
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