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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2014 alle ore 09:11.
L'ultima modifica è del 10 marzo 2014 alle ore 22:06.

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Nella foto l'Aula della Camera dei DeuptatiNella foto l'Aula della Camera dei Deuptati

Non passa alla Camera il "trittico" di emendamenti destinati a rivoluzionare la presenza delle donne nelle liste elettorali. A scrutinio segreto, l'Aula ha infatti bocciato l' 'emendamento sulle quote rosa che prevedeva l'alternanza uomo-donna nelle liste («nella successione interna delle liste non possono esservi 2 candidati consecutivi del medesimo genere»). I voti contrari all'emendamento, bocciato nel corso delle battute finali dell'esame della riforme elettorale, sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc.

Capilista, no anche a donne al 50% e soglie "40-60"
Respinto, sempre a scrutinio segreto, anche l'emendamento bipartisan che prevedeva l'alternanza dei sessi come capilista all'interno di ciascuna regione e quello che prevedeva l'introduzione di soglie di genere 40-60 per i capilista, definito «di mediazione» da Forza Italia e Pd. La norma così recita: «nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista, nella prima posizione dei candidati, nelle liste presentate nei collegi plurinominali, a pena di inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al quaranta per cento, con arrotondamento aritmetico».

I lacori dell'Aula rinviati a domani mattina
Dopo lo stop a scrutinio segreto agli emendamenti quote rosa la parola è passata alla Conferenza dei capigruppo, riunita dalla presidente della Camera Laura Boldrini per stabilire il timing per la prosecuzione dei lavori sulla legge elettorale, orientandosi verso uno slittamento a domani mattina dei lavori. A seguire, il voto dell'Aula che ha confermato inl rinvio dei lavori a domani, a partire dalle 10. Contro il rinvio si sono dichiarati Sel e M5s, mentre a favore della richiesta avanzata dal Pd si sono pronunciati gli altri gruppi.
«Non non nascondiamo le difficoltà sui voti di oggi - ha detto Ettore Rosato, vicecapoguppo del Pd - ma il merito della richiesta di rinvio sta nel merito che ci sta davanti. Dobbiamo votare il cuore della legge, che richiede 2 ore che vanno fatte in maniera continuativa. È giusto farlo domani».

Non c'è accordo tra maggioranza e Forza Italia
La giornata ha confermato quindi la mancata l'intesa tra maggioranza e Forza Italia sulla parità di genere nella riforma elettorale. Su questo fronte, il governo si era rimesso all'Aula della Camera lasciando libertà di voto. Una posizione emersa dopo l'incontro nel pomeriggio che il ministro per i Rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, ha avuto con i presidenti dei gruppi di Pd, Fi, Sc e Ncd. Una posizione confermata dal relatore alla riforma, Francesco Paolo Sisto (Fi) a nome del Comitato dei nove, prima della ripresa della seduta dell'Aula della Camera, sospesa fino alle 18 in attesa che il Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali della Camera sciogliesse gli ultimi nodi. In Aula i deputati M5s hanno invece annunciano voto contrario.

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