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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 13:33.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 20:35.

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Il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della Procura di sequestrare la centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia. Il gip ha dato mandato ai carabinieri di effettuare il sequestro. In ogni caso, secondo quanto si apprende, l'eventuale esecuzione del provvedimento cautelare non porterebbe al blocco della centrale.

L'ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure parla di nesso di causalità tra le emissioni, le morti e le patologie. E la prova del disastro ambientale doloso con conseguenza sulla salute dei cittadini starebbe nella rarefazione dei licheni e nell'aumento delle malattie.

Spegnimento per i gruppi a carbone
La Tirreno Power sta spegnendo gli impianti di produzione di energia a Vado Ligure nella centrale posta sotto sequestrato dal Tribunale di Savona. Il Gip ha infatti ordinato lo spegnimento temporaneo dei due gruppi a carbone. Resta in funzione quello a gas non soggetto ad Aia. Nominato custode giudiziario il direttore della centrale Massimiliano Salvi.

La centrale
È una ex struttura Enel, controllata al 50% dai francesi di Gdf-Suez e partecipata al 39% (in trasparenza) da Sorgenia e col 5,5% a testa da Iren ed Hera. Secondo gli inquirenti, la centrale a carbone avrebbe causato una serie morti sospette tra il 2000 e il 2007; una tesi invece rigettata da Tirreno Power. In ogni caso, secondo quanto si apprende, l'eventuale esecuzione del provvedimento cautelare non porterà al blocco della centrale.

Le inchieste
Sull'attività di Tirreno Power sono aperti due filoni d'inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007.

Le malattie respiratorie
Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche «tra i 1.700 e i 2mila ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012».
Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell'Ispra, l'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell'Ambiente, redatto durante una visita di routine.

La difesa dell'azienda
L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle "criticità". «Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità» tra morti, malattie ed emissioni. Secondo l'azienda, nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti.

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