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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 14:59.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2014 alle ore 15:50.

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Il dissenso all'interno di M5s non fa paura e non minaccia l'unità del movimento. «Non ci interessa assolutamente. Possono fare quel che vogliono, è una loro scelta. Noi saremmo in difficoltà se l'opinione pubblica non ci segue e non per un nuovo gruppo», sottolinea il guru e cofondatore dei Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio, oggi in trasferta a Roma per partecipare all'oramai tradizionale incontro con i parlamentari di M5s.

Faccia a faccia con la senatrice Fucksia, sfiduciata dal suo meet-up
Sullo sfondo il nodo espulsioni e la diffusione di voci "fuori dal coro", critiche nei confronti delle posizioni ortodosse definite da Grillo e Casaleggio. Il cofondatore del Movimento non teme l'emorragia interna ma preferisce gettare acqua sul fuoco. «Nessuna espulsione. Non c'é nessun problema. E poi non decido io: uno vale uno. In ogni caso, decide l'assemblea e poi, comunque, la Rete» afferma. Casaleggio pronuncia queste parole qualche minuto prima di incontrare Serenella Fucksia a Montecitorio. La senatrice di M5s è stata sfiduciata dal suo meet-up di Fabriano, e ora è in odore di espulsione. Al termine del faccia a faccia, la diretta interessata chiarisce che «non abbiamo parlato di espulsioni né della sfiducia del Meetup nei miei confronti, non c'è mai stata questa cosa. Si è parlato di politica, dei miei progetti per i disegni di legge».

Messaggi distensivi anche per Pepe
Casaleggio invia anche un messaggio distensivo al senatore Bartolomeo Pepe, anche lui come la Fucksia sfiduciato dal suo meet-up locale: «Non so nulla», confida. «Ho soltanto letto i giornali. Se vuole incontrarmi, quando vuole». Più duro il tono nei confronti del "dissidente", ormai espulso, Francesco Campanella, che ha sempre detto di aver provato a mettersi in contatto con Grillo e Casaleggio: «Le persone che mi hanno chiamato le ho sempre incontrate. Poi ognuno ha la sua versione...». Nel pomeriggio si terrà anche una assemblea del gruppo dei Cinque Stelle del Senato.

Grillo attacca Renzi: è come Mussolini
Intanto continua il pressing di Grillo sul Pd e in particolare sul presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Italia 2015 - 2035. Ci aspetta un nuovo ventennio dopo quello mussoliniano», scrive sul suo blog paragonando il premier a Benito Mussolini.«Il massone Verdini, il Grande Elettore di Renzie in Toscana che gli contrappose l'ex portiere del Milan Galli alle elezioni comunali di Firenze, Berlusconi e Renzie stanno imponendo al Paese, sotto lo sguardo compiacente di Napolitano, una legge elettorale che nell'ordine abolirà il Senato eliminando una istituzione di controllo, premierà le coalizioni, eliminerà ogni rappresentanza minore a meno che non entri in coalizione, introdurrà ancora i nominati (in futuro solo renziani e berlusconiani) alla Camera e darà un enorme premio di maggioranza a chi vincerà al ballottaggio tra i due primi gruppi politici. Peggio del Porcellum», conclude Grillo.

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