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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 06:41.

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Sono del parere che non occorrono decreti omnibus, tante cose si possono fare in tempi più rapidi con poche azioni mirate. Ad esempio stiamo studiando una "regulation review", una consultazione pubblica in cui le imprese potranno segnalare in modo rapido gli oneri e le procedure più pesanti da eliminare o correggere. Anche il nostro ministero con le sue competenze può fare qualcosa. Ho scoperto che in queste stanze c'è un patrimonio di banche dati e di analisi sconfinato, che in qualche modo potremmo mettere a disposizione delle imprese, semplificandone la loro attività e in alcuni casi riducendo i costi per la definizione delle loro strategie.
Per le tariffe elettriche delle Pmi avete preannunciato un taglio di 1,5 miliardi. Ma sembra solo un intervento simbolico su una bolletta annua degli italiani che vale oltre 42 miliardi.
Anche in questo caso si tratta almeno di un primo segnale: per carità, forse sono pochi ma è anche quanto fino ad oggi non era mai stato fatto. Vogliamo bilanciare gli oneri di sistema che oggi pesano in modo squilibrato sulle Pmi. Non c'è nessun piano punitivo verso l'industria energivora o altri utenti in particolare e ascolteremo tutti gli stakeholder, dai produttori delle rinnovabili ai gestori delle reti e alle ex municipalizzate, dopodiché faremo una doverosa sintesi. Dal 1° maggio avremo il percorso completo anche con alcuni interventi, quelli più veloci. Gli altri arriveranno nei mesi successivi ed entro l'anno avremo il quadro regolatorio impostato per avere benefici a regime sul 2015.
Sul pagamento dei debiti della Pa alla fine si è scelto di procedere solo con un disegno di legge, per altro con tante cifre ancora da definire. Non sarebbe stato meglio un decreto legge per garantire tempi e iter più chiari?
Non credo ci sia incertezza su questa manovra, con cui finalmente eviteremo che ci siano fatture della Pa non pagate. Certo, mettere insieme un'operazione di questo tipo non è semplice ma, come detto prima, tutto, compresi i tempi e gli strumenti adottati, va visto nell'ottica di un pacchetto complessivo. Sul credito e la liquidità per le imprese, ad esempio, non è l'unica arma a disposizione.
Verrà rifinanziato il Fondo di garanzia per le Pmi?
È un'opzione che abbiamo. Il Fondo ha un ruolo chiave anti-recessione. Solo lo scorso anno sono state fatte quasi 80mila operazioni con 11 miliardi di credito garantito. Al momento non esiste una specifica esigenza di rifinanziamento perché il Fondo è ancora capiente, ma se necessario siamo pronti a mettere sul piatto ulteriori 500 milioni. Per il credito inoltre stiamo lavorando per implementare entro aprile tutto il pacchetto minibond, un canale alternativo a quello bancario che può aiutare molte medie e piccole aziende non quotate a dotarsi di liquidità.

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