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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 11:43.
L'ultima modifica è del 19 marzo 2014 alle ore 11:49.
«Quando si tratta di legiferare per i diritti delle donne c'è sempre motivo per rinviare, per dire che il problema è un altro. Oggi però è il momento della sintesi e io non mi sottraggo ai miei doveri di relatore», ha dichiarato la senatrice Doris Lo Moro, relatrice in aula sulla parità di genere nella legge elettorale per le europee.
Norma transitoria per le elezioni di maggio
«La sintesi non può non tenere conto di un dato, quello di partenza: discutiamo di un provvedimento mentre la campagna elettorale è già iniziata - sottolinea l'esponente Pd -oggetto di pressioni di tutti i tipi e non solo per il rispetto della parità di genere. Si è raggiunto un accordo con una norma 'transitoria' per le prossime elezioni di maggio per il 2014, con l'annullamento della terza preferenza se non si rispetta l'alternanza. Sono dunque ipotizzabili preferenze dello stesso genere per le prime due preferenze ma non per la terza. La proposta prevede poi, a partire dal 2019 la presenza paritaria nelle liste, l'alternanza nel ruolo di capolista e la preferenza di genere con seconda e terza preferenza annullate se il principio non viene rispettato».
Punto di sintesi dopo un aspro confronto parlamentare
«Il punto di sintesi è stato trovato al termine del confronto tra gruppi parlamentari e il governo. A chi non si trova d'accordo voglio dire che lo capisco, perché nemmeno io ero d'accordo, ma c'è una larga maggioranza che sostiene la proposta e non se ne può non tener conto. Sapremo nel futuro se quella di oggi è una vittoria parziale o una sconfitta - conclude la senatrice Lo Moro - Oggi chiudiamo l'iter parlamentare nei termini condivisi da gran parte dell'aula».
Fattori (M5S): accordo truffa
«Ritiro la firma dal disegno di legge per la parità di genere alle elezioni europee. Con le tre preferenze, in tutte le circoscrizioni si avrà un meccanismo che non tutelerà le candidate. Basta inganni», ha dichiarato Elena Fattori, portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, definendo l'intesa «un accordo truffa ai danni delle donne».
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