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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 14:40.
L'ultima modifica è del 25 marzo 2014 alle ore 15:06.

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L'ex premier ucraina Iulia Timoshenko si sarebbe detta «pronta a prendere in mano un mitra e sparare in fronte a questo mascalzone» (con riferimento a Putin) in una telefonata con il deputato del partito (filorusso) delle Regioni Nestor Shufrich, intercettata e pubblicata su internet, ma che secondo «Iulia» sarebbe stata in parte manipolata.

«La situazione sta andando oltre ogni limite. Bisogna prendere le armi in mano e andare a far fuori questi dannati "kazap" (vecchio termine ucraino molto spregiativo per definire i russi, ndr) insieme con il loro capo», dice la voce femminile attribuita a Iulia nella telefonata resa nota dai media russi, a partire da quelli pubblici. «Userò tutte le mie relazioni, farò sollevare tutto il mondo perchè di questa Russia non resti neppure un campo bruciato», aggiunge la stessa voce.

Sul suo account Twitter, la Timoshenko ha confermato che «la conversazione ha avuto luogo», ma ha precisato che «il passaggio sugli 8 milioni di russi in Ucraina è un montaggio. Infatti ho detto che i russi in Ucraina sono ucraini». «Hello Fsb (i servizi segreti russi, ndr)», conclude, scusandosi per il linguaggio «osceno».

Le preoccupazioni della Nato
Nel frattempo continuano le prese di posizione dell'Occidente. «Siamo molto preoccupati» per la concentrazione di truppe russe lungo i confini dell'Ucraina: lo ha detto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. «Stiamo discutendo con le autorità ucraine - ha poi aggiunto - di come possiamo rafforzare il nostro sostegno» al Paese. Rasmussen ha poi ribadito che l'Alleanza "ha tutti i piani pronti" per difendere i suoi partner.

Sulla questione si esprime anche la Germania. «Paesi come Polonia, Romania e gli stati baltici vogliono sentire che la Nato è solidamente al loro fianco». In questi termini, il ministro della Difesa Ursula von der Leyen torna sulla proposta lanciata nel weekend, che ha aperto un dibattito e sollevato diverse critiche, anche nel suo partito. La ministra aveva già chiesto che la Nato «mostrasse la sua presenza nei paesi ai confini» nei giorni scorsi.

Anche gli Usa «riconfermano" oggi in una nota congiunta con il governo di Kiev "l'impegno a rispettare l'indipendenza, la sovranità e le frontiere esistenti" dell'Ucraina preso assieme a Russia e Gran Bretagna con la firma del Memorandum di Budapest nel 1994 al momento della decisione ucraina di eliminare tutte le armi atomiche. Washington - è scritto nella nota - «condanna la Russia per il mancato rispetto del Memorandum» espresso con l'«azione militare in Ucraina" che "mina l'architettura della sicurezza globale».

In Ucraina lascia il ministro della Difesa
Il Parlamento ucraino, nel frattempo, ha accolto le dimissioni del ministro della Difesa ad interim, Igor Tenyukh, dando il nuovo incarico al colonnello Mykhailo Koval. Era stato lo stesso Tenyukh a presentare le dimissioni, inizialmente respinte in una prima votazione e successivamente approvate con 228 voti a favore. Il via libera al nome di Koval, proposto dal presidente ad interim Oleksandr Turchynov, é arrivato da 251 dei 314 parlamentari presenti. Il colonnello era salito alla ribalta delle cronache poche settimane fa, dopo che era stato brevemente sequestrato dalle milizie pro-russe nei pressi della sua base militare nel porto di Yalta, in Crimea.

La perdita delle basi e delle navi ucraine in Crimea ha suscitato grande scontento nell'opinione pubblica, spingendo Tenyukh a presentare le dimissioni. «Non sono mai stato attaccato alla poltrona, e non intendo farlo adesso», ha spiegato, sottolineando di avere «un onore». I comandanti in capo ucraini sul terreno hanno puntato il dito contro l'indecisione e la confusione degli ordini da Kiev. Proprio ieri, il governo ucraino aveva ordinato alle proprie truppe di ritrarsi dalla Penisola, dopo l'occupazione e la successiva annessione da parte della Russia.

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