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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 16:21.
L'ultima modifica è del 25 marzo 2014 alle ore 21:13.

L'euro moneta senza stato, serve un'Unione più piena
Bisogna proseguire con decisione sul camminimo dell'Unione. Quanto all'euro ha sottolineato Visco «è una moneta senza Stato: di questa mancanza risente» aggiungendo che «le divergenze, le diffidenze a volte, che ancora caratterizzano i rapporti tra i Paesi membri indeboliscono l'Unione economica e monetaria agli occhi della comunità internazionale, a quelli dei suoi stessi cittadini». Ed é stata questa incompletezza, insieme con le debolezze di alcuni Paesi membri, ad «alimentare la crisi dei debiti sovrani dell'area dell'euro». È importante, ha concluso il numero uno di via Nazionale «proseguire con decisione nel cammino che porta a un'Unione più piena. L'adozione di meccanismi unici per la supervisione e la risoluzione delle crisi bancarie é un passo fondamentale». I benefici di un rafforzamento dell'integrazione europea, dice Visco, «eccedono di gran lunga i costi che deriverebbero da un suo indebolimento. Le scelte devono essere compiute con responsabilità: non si possono temere solo i rischi connessi con l'azione, trascurando quelli che possono derivare dall'inerzia».
Riforme strutturali essenziali per rilancio del Paese
Per rilanciare la competitività del Paese il richiamo di Visco alla «realizzazione di riforme strutturali», passaggio essenziale. Per il Governatore di Bankitalia «gli interventi da attuare sono stati da tempo individuati. Il processo di coordinamento europeo potrebbe contribuire a definirne meglio i dettagli, ma la responsabilita' ultima delle riforme resta nazionale». Per Visco «i ritardi nell'attuazione di riforme strutturali in diversi paesi sono all'origine dell'accumulo degli squilibri macroeconomici che hanno alimentato la crisi attuale». Le proposte della Commissione «dichiaratamente aperte alla discussione per individuare ogni margine di miglioramento, vanno nella giusta direzione, quella di individuare meccanismi atti a sostenere il processo di convergenza necessario a rafforzare l'Unione economica e monetaria». L'Italia, insiste il numero uno di Via Nazionale, «dovra' essere in grado di sfruttare appieno tutte le opportunita' offerte dall'Unione. In passato, ad esempio, non siamo stati capaci di trarre pieno vantaggio dai fondi strutturali europei».
Non siamo in deflazione ma rischi da non sottovalutare
«Non siamo in una situazione di generalizzata riduzione dei prezzi, di deflazione. Ma - ha spiegato Visco - anche un lungo periodo di variazioni dei prezzi troppo contenute può comportare conseguenze indesiderabili: ostacolando la correzione degli squilibri macroeconomici attraverso l'aggiustamento dei prezzi relativi; spingendo i consumatori a rimandare gli acquisti, soprattutto di beni durevoli; riflettendosi sul costo d'uso del capitale e scoraggiandone quindi l'accumulazione; rendendo più oneroso il servizio del debito». Visco mette in evidenza che « il rischio che le aspettative di inflazione a lungo termine perdano il riferimento alla stabilità dei prezzi va contrastato con determinazione». Si tratta di un rischio «per ora contenuto, ma vi sono segnali - osserva - che non vanno sottovalutati».
Lavori su vigilanza unica proseguono a ritmi serrati
I lavori per la creazione del meccanismo unico di supervisione nell'area dell'euro (Ssm), costituito dalla Bce e dalle autorità nazionali, «proseguono a ritmi serrati» ha assicurato Visco. Si tratta, ha detto, «di un'operazione di ingegneria istituzionale complessa, impegnativa almeno quanto quella che porto all'introduzione della moneta unica». Commentando il recente accordo raggiunto di recente in sede europea sul Meccanismo unico di risoluzione per le banche, Visco sottolinea che «vanno ora rapidamente definiti tutti gli aspetti operativi per consentire di valutarne correttamente la capacità finanziaria ed evitare che l'incertezza amplifichi la componente nazionale dei premi per il rischio, perpetuando la frammentazione dei mercati finanziari e il circolo vizioso tra le condizioni dei debitori sovrani e quelli delle banche».
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