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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 21:29.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 22:14.

Boschi: accelerare sulle riforme
In audizione oggi il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, con riferimento al ddl di riforma costituzionale del Senato approvato dal Governo lunedì scorso in Cdm, ha confermato la linea dell'accelerazione sulle riforme. «Nessuno vuole dare ultimatum ma stimolare una accelerazione», ha detto il ministro, che poi ha scandito: «Sul Senato elettivo al momento non ci sono spazi». Lo ha fatto ribadendo solo l'apertura «a rivedere le modalità di composizione del numero dei senatori» espressi da ciascuna regione «con criteri proporzionali rispetto alla popolazione». Restano quindi fermi i 4 paletti messi da Renzi: no all'elezione diretta dei senatori; no alle indennità; superamento del bicameralismo perfetto con le leggi ordinarie approvate dalla sola Camera dei deputati; fiducia al governo data dalla sola Camera.
Non c'èspazio per Senato elettivo
«Sul Senato elettivo al momento non ci sono spazi», ha affermato Boschi, conversando con i cronisti a Palazzo Madama che le hanno fatto notare che 22 senatori del Pd (sottoscrittori di un ddl alternativo che prevede l'elezione dei senatori) e parte di Forza Italia hanno espresso dubbi sul ddl costituzionale di riforma del Senato presentato dal governo.
No perplessità su senatori non eletti
«Non condivido le perplessità sulle elezioni di secondo livello: i consiglieri e i sindaci hanno una legittimazione popolare quando vengono eletti», ha affermato il ministro delle Riforme in commissione, difendendo il sistema prescelto. «È un meccanismo previsto in altri ordinamenti. Se vogliamo rifarci al diritto comparato non è una stranezza che si è inventato questo governo, ma è presente in altri Paesi di comprovata democrazia come Francia o Germania», ha spiegato.
Superamento bicameralismo rimedio a troppi decreti
Boschi ha poi difeso a spada tratta anche la necessità di superare il bicameralismo perfetto, anche in un ottica di riduzione del ricorso ai decreti legge. «Se vogliamo limitare la patologia dell'eccessivo ricorso ai decreti legge il rimedio può essere il superamento del bicameralismo perfetto», ha detto il ministro. E ha aggiunto: «Almeno questo è il convincimento del Governo»
Apertura su numero senatori, evitando numero eccessivo
Ribadita invece l'apertura a rivedere le modalità di composizione del numero dei senatori espressi da ogni regione, utilizzando «criteri proporzionali rispetto alla popolazione». Fermo restando che bisogna evitare «un numero eccessivo di senatori» (quelli previsti attualmente sono 148, compresi i 5 senatori a vita».
Calendario invariato, Senato poi legge elettorale
Il calendario delle riforme resta invariato: «prima la riforma del Senato poi la legge elettorale», ha detto Boschi ribadendo che poi, a decidere, è la Conferenza dei capigruppo. «Sulla legge elettorale abbiamo mostrato buona volontà, approvandola alla Camera. Ora, tocca alle riforme. Tra l'altro tutto si tiene sulla riforma del Senato» ha spiegato il ministro. Quanto all'accordo sulle riforme siglato con Berlusconi e alle posizioni critiche emerse in questi giorni tra gli azzurri, Boschi ha chiosato: «Se in Forza Italia ci sono posizioni diverse, credo che troveranno una sintesi».
Incontro Renzi-Verdini a palazzo Chigi
Stamattina intanto da segnalre un incontro di un'ora e mezza tra il premier Matteo Renzi e il plenipotenziario di Forza Italia per le riforme istituzionali Denis Verdini. Presente anche Gianni Letta. Al centro del faccia a faccia la riforma del Senato e della legge elettorale. Nei giorni scorsi Forza Italia ha chiesto un nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi sul tema, ma dallo staff del premier hanno fatto sapere che il faccia a faccia «non è in agenda».
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