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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 15:43.
L'ultima modifica è del 11 aprile 2014 alle ore 16:41.

«Un conto sono gli attacchi alla magistratura - ha detto Lamanna -, un conto gli attacchi ai singoli giudici. Il reato di diffamazione esiste ancora. I giudici - ha poi aggiunto - non sono né angeli vendicatori né angeli custodi, ma applicano le leggi così come sono state interpretate dalla Corte di Cassazione»
Il pg ha poi ricordato che «ci troviamo davanti a una persona condannata a quattro anni, diventati un anno per effetto dell'indulto. Una persona che ha un lavoro e che ha solo questa condanna sul certificato penale. Se non si chiamasse Silvio Berlusconi sarebbe affidato, de plano, ai servizi sociali». È con queste motivazioni che Lamanna ha dato parere favorevole all'affidamento secondo le condizioni stabilite dall'Uepe, e cioé la prova presso una residenza per anziani nell'hinterland milanese, dove Berlusconi dovrebbe recarsi una volta alla settimana per sei ore. E ha contemporaneamente espresso il suo no alla proposta contenuta nella memoria difensiva di dieci pagine presentata dagli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi che prevedeva l'affidamento alla Onlus del gruppo Berlusconi a Macherio.
In base alla ricostruzione dell'udienza trapelata oggi, l'avvocato Coppi avrebbe risposto a Lamanna sostenendo che Berlusconi non fa attacchi personali ai magistrati, ma esprime solo un pensiero politico. Aggiungendo che l'ex premier, anche se non è d'accordo con la condanna, accetta l'espiazione della pena così come richiesto dalla Cassazione.
Le prescrizioni
Se otterrà l'affidamento ai servizi sociali, Berlusconi dovrà osservare alcune prescrizioni standard stabilite dal Tribunale di sorveglianza. Entro 10 giorni dovrà presentarsi al direttore dell'Uepe, davanti al quale sottoscriverà il verbale con i comportamenti che sarà tenuto a seguire. Dovrà mantenere i contatti con il centro «relazionando con l'assistente sociale designato con la frequenza che l'Uepe stabilirà», si legge in un decreto firmato dal tribunale di sorveglianza nell'ottobre 2013 relativo a un caso di affidamento di un condannato.
Berlusconi non potrà compiere viaggi notturni né all'estero, non potrà frequentare pregiudicati o tossicodipendenti, potrà lasciare la propria abitazione tra le 6 del mattino e 23 di sera. Dovrà predisporre tutti gli accorgimenti necessari per agevolare i controlli delle forze dell'ordine, dovrà adempiere agli obblighi di assistenza familiare, dovrà portare sempre con sé una copia del provveidmento del tribunale di sorveglianza e dovrà adoperarsi per riparare al danno provocato alle vittime del reato. In verità, Berlusconi ha già provveduto a risarcire l'Agenzia delle entrate con 10 milioni di euro.
Il tribunale avverte «l'affidato che, in caso di violazioni di legge o delle prescrizioni suddette, sempre modificabili dal magistrato di sorveglianza previa istanza all'Uepe - è scritto di solito nel decreto che contiene le prescrizioni -, la misura sarà immediatamente sospesa e poi revocata».
Dunque, stando alle misure standard, il problema dell'agibilità politica di Berlusconi, sollevata dai suoi avvocati e da alcuni esponenti di Forza Italia, non esiste. L'ex cavaliere potrà partecipare a comizi, manifestazioni, incontri politici ed elettorali. Potrà rilasciare interviste e spostarsi in tutta Italia, previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza.
L'incognita Ruby
Più che il verdetto del tribunale di sorveglianza, però, il destino di Berlusconi è legato al processo Ruby. In primo grado l'ex premier è stato condannato a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile. Il processo di appello comincerà il 20 giugno e presumibilmente sarà terminato entro l'estate.
La Cassazione avrà poi un anno di tempo per pronunciarsi. In caso di condanna per Berlusconi potranno davvero spalancarsi le porte del carcere. Il leader di Forza Italia perderebbe anche il beneficio dell'indulto che ha cancellato tre dei quattro anni di condanna per frode fiscale del processo sui diritti tv Mediaset. La legge sull'indulto è del 31 luglio 2006 e all'articolo 3 prevede che «il beneficio dell'indulto è revocato di diritto se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un delitto non colposo per il quale riporti condanna a pena detentiva non inferiore a due anni». I reati di cui Berlusconi è accusato nel processo Ruby sono stati commessi fino al maggio 2010, dunque ampiamente entro i cinque anni. E la recidiva, in base all'articolo 47 della legge sull'ordinamento penitenziario, potrebbe escluderlo dal beneficio degli arresti domiciliari aprendogli, in caso di condanna, le porte del carcere.
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