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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2014 alle ore 09:47.
L'ultima modifica è del 14 aprile 2014 alle ore 12:10.

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Graziano DelrioGraziano Delrio

Un nuovo volto per le principali aziende pubbliche. All'insegna, spiegano da Palazzo Chigi, della «discontinuità». Oggi , nel pomeriggio, dopo la chiusura delle Borse, il ministero dell'Economia dovrebbe presentare le liste dei candidati per il rinnovo dei cda. Arrivano dunque i nuovi vertici dei grandi gruppi controllati dallo Stato: Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste Italiane.

Le indicazioni di Renzi
La linea indicata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi prevede niente conferme per chi ha superato i tre mandati e spazio alle quote rosa. Sono ore di toto nomine.

Delrio: per le nomine sostanziale parità uomo-donna
«Siamo pronti per Enel, Eni e Finmeccanica i cui vertici scadono adesso - conferma in un intervista a Repubblica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio -. Renzi vuole fare anche le Poste, per dare il segnale di un governo che affronta subito i nodi». Quanto ai criteri che verranno presi in considerazione dall'esecutivo, il braccio destro di Matteo Renzi chiarisce: «Il desiderio è quello di proporre volti nuovi, ma ciò che cerchiamo di fare non è la rottamazione generazionale. È piuttosto una rivoluzione culturale. Per questo, sì, è vero che puntiamo a promuovere le donne, fino ad arrivare a una sostanziale parità di genere nelle nomine. Lo facciamo per colmare un ritardo italiano che è di almeno 30 anni rispetto ad altri Paesi. Così come è successo con la scelta di 8 donne ministro. Una sostanziale parità farebbe avanzare l'Italia nella concretezza molto più di tanti proclami». E al di là di Vittorio Colao «i rifiuti non ci sono quasi stati. Del resto, un manager fa più volentieri l'ad di una grande azienda pubblica anziché il ministro o il parlamentare. È una situazione oggettivamente diversa», conclude Delrio.

Il sottosegretario: in settimana dl su detrazioni Irpef
Delrio parla anche del bonus Irpef fino a 80 euro al mese annunciato nei giorni scorsi dal Governo. E assicura che il decreto con questo importo in busta paga sarà varato in settimana - probabilmente nel consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi venerdì - e spiega come sarà finanziato: «Miriamo a una spending che sia vera, cioè via i soldi a comparti totalmente improduttivi, ma niente tagli lineari a settori strategici o che servono all'economia italiana», afferma. «Fino ad oggi il pubblico pagava a 380 giorni e il fornitore in pratica metteva una sovrattassa sul prezzo per compensare il ritardo. Noi adesso garantiamo il pagamento in 60-70 giorni, ma le aziende fornitrici firmeranno un nuovo patto con lo Stato rinegoziando le tariffe. Su 60-70 miliardi di forniture complessive, ci sono spazi dell'1 o 2% di risparmi, ossia 1,4 miliardi».

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