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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2014 alle ore 11:55.
L'ultima modifica è del 14 aprile 2014 alle ore 17:28.

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Monica Mondardini - Space 24Monica Mondardini - Space 24

Gli ultimi nodi sono ancora al vaglio di Palazzo Chigi e del Tesoro che hanno lavorato febbrilmente, dopo il rientro del ministro dell'Economia Padoan da Washington, per trovare una non facile quadra. Ma oggi, a Borse chiuse, si conosceranno i destini delle principali società partecipate dallo Stato con il deposito delle liste dei nomi che andranno ad occupare le caselle di vertice. Nelle ultime settimane, si sono rincorse le candidature più varie e, vista la volontà di innovare del governo Renzi, le sorprese non sono affatto escluse. In gioco c'è il controllo delle aziende che operano nei gangli strategici dello Stato, dall'energia al petrolio, dalla difesa alle telecomunicazioni. Prima del via libera definitivo, Renzi e Padoan si sono comunque visti nuovamente a Palazzo Chigi per mettere a punto le ultime limature. Quattro ore di colloquio, terminato a metà pomeriggio, che con molta probabilità faranno slittare la presentazione delle liste, attese in serata.

Le candidature interne
Un primo gruppo di papabili, con ottime possibilità di affermarsi nel rush finale, è quello dei candidati interni, a cominciare dal principale dei gruppi che sarà chiamato a rinnovare i suoi vertici: l'Eni. Per la successione a Paolo Scaroni, che con molta probabilità non riuscirà a "traslocare" alla presidenza del Cane a sei zampe, si fa con sempre più insistenza il nome di Claudio Descalzi, direttore generale dell'Exploration & Production, una carriera costruita tutta all'interno di San Donato Milanese. Ma anche per l'altro "big", l'Enel crescono le quotazioni di un "interno", Francesco Starace, attuale amministratore delegato di Enel Green Power, lo spin off delle rinnovabili dell'ex monopolista elettrico. Quest'ultimo sembrerebbe in vantaggio rispetto all'altro candidato interno, Luigi Ferraris, attuale cfo di Enel e considerato più vicino al numero uno Fulvio Conti, il cui passaggio alla presidenza del colosso elettrico, dopo tre mandati da amministratore delegato, viene meno probabile. Anche per Finmeccanica, dove comunque non è da escludere completamente la conferma di Alessandro Pansa, sono circolate alcune ipotesi "interne". Quelle dotate di maggiore forza sono al momento due: Giuseppe Giordo, che guida la controllata Alenia Aermacchi, e Antonio Perfetti a capo di Mbda (missilistica). Per Terna, invece, si guarda soprattutto all'esterno e restano abbastanza alte le possibilità di una conferma di Flavio Cattaneo. Dall'interno, invece, è circolato il nome di Gianni Armani, amministratore delegato di Terna Rete Italia.

Gli outsider
Se dunque per l'Eni, la soluzione più vicina sembrerebbe essere quella di Descalzi, visto che sono andate perdendo quota alcune candidature esterne che pure sono passate per il Cane a sei zampe (Leonardo Maugeri) , per le altre "big" sono tanti le ipotesi esterne. Ma andiamo per ordine. All'Enel, se non dovesse prevalere la "promozione" di Starace, si fanno anche i nomi di Andrea Mangoni (numero uno di Sorgenia) e di Aldo Chiarini (Gdf Suez Italia) che viene dato in corsa anche per la successione a Cattaneo. Ma per la guida del colosso elettrico, è circolata la candidatura di Francesco Caio, attuale responsabile dell'agenda digitale, nonché quella di Monica Mondardini, che guida Cir e L'Espresso. Per la spa dell'alta tensione, invece, la gara, come detto, sembrerebbe includere oltre a Chiarini, anche Matteo del Fante, dg della Cassa depositi e prestiti che siede nel board della società e che viene dato, tra i papabili, anche come possibile successore di Massimo Sarmi alle Poste. Al vertice di Finmeccanica, invece, se dovesse prevalere la linea della discontinuità, molto cara al premier Renzi, potrebbe alla fine spuntarla, Domenico Arcuri, ad di Invitalia. Anche se nelle ultime ore, è spuntata l'ipotesi di un altro trasferimento: quello di Mauro Moretti (Fs) che potrebbe prendere il posto di Pansa e liberare così la sua poltrona per lo stesso Arcuri. Quanto alle Poste, viene considerato altamente improbabile un quarto mandato di Sarmi: per il nuovo vertice si fanno i nomi di Caio, Del Fante e della Mondardini.

Le quote rosa
Quello della Mondardini, attualmente alla guida del gruppo Cir non è l'unica candidatura femminile che dovrebbe caratterizzare il quadro dei rinnovi. Anche perché, al netto della normativa sulle quote rosa (entrata in vigore il 12 febbraio scorso) e che impone di rafforzare la presenza di amministratrici donne nei board delle controllate pubbliche, il premier Renzi vuole rafforzare le quote rosa ai vertici delle società. Dunque, le donne potrebbero essere la vera sorpresa dell'ultima ora. Oltre alla Mondardini, infatti, sono circolate anche le candidature di Marta Dassù, ex vice ministro degli Esteri e data in corsa per una poltrona di presidente (Enel o Eni), Patrizia Grieco, presidente di Olivetti, che potrebbe invece traslocare alle Poste. E ancora, Emma Marcegaglia, ex numero uno di Confindustria, che molti indicano come possibile successore di Luigi Roth alla presidenza di Terna, e l'ex ministro della Giustizia, Paola Severino, che potrebbe invece andare a sostituire Giuseppe Recchi, presidente di Eni e ormai avviato a ricoprire lo stesso ruolo in Telecom.

Il valzer dei presidenti
Tramontata (forse) l'ipotesi di un passaggio di Conti e Scaroni alla presidenza dei rispettivi gruppi, crescono le quotazioni di presidenti donne per le due "big". All'Eni, come detto, il nome più accreditato è quello di Paola Severino, ex ministro della Giustizia, mentre all'Enel, circolano le candidature di Mondardini – che però viene data in corsa anche per le altre società – e di Marcegaglia. Tuttavia, non è da escludere, che la linea "rosa" di Renzi ceda alla fine il passo a scelte meno di rottura. In questo caso, a prevalere potrebbe essere una squadra di ambasciatori che andrebbero a occupare varie caselle. Per il Cane a sei zampe, la candidatura più forte è quella di Giampiero Massolo, attuale capo del Dis, il dipartimento informazioni per la sicurezza, mentre all'Enel viene considerato in ottima posizione, l'ex ambasciatore Gianni Castellaneta, attuale presidente di Sace. Per Terna, invece, potrebbe appunto spuntarla una donna visto che l'uscita di Roth viene data praticamente per certa. A Finmeccanica, invece, Gianni De Gennaro dovrebbe conservare la presidenza del gruppo, mentre alle Poste potrebbe prevalere la Grieco, che però è inserita nella lista dei papabili anche per Enel e Terna.

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