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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2014 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2014 alle ore 19:22.

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Via libera di Camera e Senato al Def e alla risoluzione di maggioranza che autorizza lo scostamento dai target di bilancio previsto nella relazione presentata dal Governo. Alla Camera lo slittamento al 2016 del pareggio strutturale di bilancio è stato approvato con 363 voti favorevoli (serviva la maggioranza assoluta, cioé 316 sì), 114 contrari e quattro astenuti. Viene attivata così per la prima volta la procedura di deroga prevista dal nuovo articolo 81 della Costituzione. Dopo qualche minuto, i deputati hanno approvato anche la Camera alla risoluzione della maggioranza sul Documento di economia e finanza (Def) presentata dalla maggioranza e accettata dal Governo. La risoluzione è stata approvata con 348 voti favorevoli e 143 contrari.

Al Senato sì anche di Sel al rinvio pareggio bilancio
Il sì di Montecitorio arriva a qualche minuto da quello del Senato: l'assemblea di Palazzo Madama ha approvato, con 170 voti a favore, 87 voti contrari e un astenuto a maggioranza assoluta (161 voti) la richiesta di autorizzazione del governo a far slittare il pareggio di bilancio al 2016. Sì anche di Sel. Sono state approvate con unico voto due risoluzioni identiche, una a firma Roberto Calderoli (Lega) e una a firma dei capigruppo della maggioranza. Il gruppo della Lega, ad eccezione del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, ha votato contro. L'Aula del Senato ha poi approvato a maggioranza semplice con 156 sì, 92 no e due astenuti la risoluzione di maggioranza che dà disco verde al Def.

Ok a risoluzione maggioranza: riduzione strutturale cuneo
Nella risoluzione di maggioranza sul Def si sottolinea l'obiettivo della «riduzione strutturale del cuneo fiscale e contributivo gravante sui lavoratori dipendenti e assimilati a più basso reddito, anche tenendo in considerazione i carichi familiari» insieme alla riduzione della «tassazione sul lavoro dal lato delle imprese procedendo alla graduale eliminazione dell'Irap sul costo del lavoro». Nel documento si impegna il Governo «a ribadire con forza in sede europea la necessità di una svolta nella politica economica» a sostegno della domanda con la possibilità di utilizzare le clausole di flessibilità del Patto Ue, soprattutto per il rilancio degli investimenti pubblici

Gasparri: su rinvio pareggio bilancio cambiata maggioranza
«Al Senato abbiamo assistito a un cambio di maggioranza. Senza il supporto dei senatori di Sel e di qualche altro contributo estemporaneo, il governo Renzi non avrebbe raggiunto la prescritta maggioranza assoluta per lo slittamento del pareggio di bilancio», afferma Maurizio Gasparri (FI). «La maggioranza al Senato c'era perchè ci sono stati 163 voti a favore del Def, in aggiunta a questi hanno votato anche sette senatori dell'opposizione, Calderoli, tre di Sel e tre ex M5S». Lo ha spiegato il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi.

Padoan: pareggio bilancio in 2016, mantenuto fino a 2018
In mattinata il ministro del Tesoro Gian Carlo Padoan è intervenuto sia al Senato sia alla Camera per illustrare a senatori e deputati le ragioni che hanno spinto l'esecutivo a posticipare il pareggio al 2016. Il governo ha deciso il rinvio del pareggio di bilancio al 2016 avvalendosi della legge sugli «eventi eccezionali. «Nonostante i segnali di ripresa dell'anno in corso - ha affermato - anche nel 2014 il gap rimarrà particolarmente negativo, la ripresa economica ancora fragile e la situazione del mercato del lavoro rimane ancora difficile». Padoan ha spiegato così le ragioni del rinvio del pareggio di bilancio. Che, ha chiarito, « sarebbe conseguito nel 2016 e sarebbe mantenuto fino al 2018». «Le misure correttive per i prossimi anni, e il piano di dismissioni - ha aggiunto - assicurano già dal prossimo anno il rapido rientro del maggior rapporto debito/Pil, conseguente all'ulteriore pagamento dei debiti pregressi». A chi, prima dell'intervento in Aula, gli chiedeva se la vicenda sulla lettera all'Ue sia stata una tempesta in un bicchier d'acqua, il ministro ha replicato: «Mi pare proprio di sì».

Il ministro: privatizzazioni per 0,7 punti di Pil nel triennio 2014-2017
Nell'intervento alla Camera, Padoan ha parlato di privatizzazioni. Il responsabile del Tesoro ha chiarito che «complementare al piano di rientro é un importante programma di privatizzazioni che prevede dismissioni di attività dello Stato per circa 0,7 punti di Pil nel triennio 2014-2017».

Il Governo scrive alla Ue: rinviamo il pareggio di bilancio
Lo slittamento del pareggio nasce dalla decisione dell'esecutivo di pagare ulteriori 13 miliardi di debiti della pubblica amministrazione. La spesa graverà sul rapporto debito/Pil del 2014. Per questo, Padoan ha scritto una lettera alla Commissione Ue per giustificare lo slittamento del pareggio di bilancio, «in linea con la clausola delle circostanze eccezionali». Alla lettera ha risposto il vice-presidente Siim Kallas, commissario agli Affari economici e monetari: «prendiamo atto della deviazione temporanea annunciata dagli obiettivi di bilancio e del rinvio fino al 2016 dell'obiettivo a medio termine (il pareggio)». La Commissione comunque «valuterà il percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine». Insomma il confronto tra Roma e Bruxelles per un'Unione più flessibile, a pochi giorni dalle elezioni europee e a pochi mesi dal semestre di presidenza Italiano, è già iniziato. Con il parlamento che oggi è chiamato a riconoscere la politica del governo.

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