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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2014 alle ore 14:29.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:13.

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«Per un'Italia coraggiosa e semplice» ovvero «Misure per la competitività e la giustizia sociale» sono le qualificazioni date dal Governo al decreto legge appena varato. Sappiamo che il coraggio è una condizione necessaria per governare e riformare l'Italia ma non è una condizione sufficiente perché ci vuole anche un programma nazionale solido e realizzabile. Speriamo che lo sia il Def inviato il 16 aprile alla Commissione europea che sullo stesso si pronuncerà entro il 2 giugno.

In attesa del responso consideriamo i principali autori e due caratteristiche del decreto.
Coraggio, solidità e realizzabilità. Sono queste le sfide su cui devono misurarsi le tre personalità di governo della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. Il Presidente Renzi sta esprimendo coraggio politico, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Delrio dovrebbe darsi come obiettivo di garantire la solidità esecutiva, il ministro dell'Economia Padoan ha il compito di assicurare la realizzabilità fiscale. Questo trio potrebbe rappresentare nella complementarietà la forza del governo. Renzi ha la presa del comunicatore e il coraggio di difendere le sue scelte anche contrastando chi alla stesse si oppone. Speriamo che sappia però sempre distinguere tra le critiche motivate da proposte alternative (come sono di norma quelle delle parti sociali) da quelle demagogiche e antagonizzanti (che provengono spesso da alcune parti politiche). Delrio ha alle spalle l'esperienza di presidente dell'Anci con la consapevolezza che le promesse vanno pensate prima e mantenute poi così come deve fare un buon sindaco al quale ogni giorno i concittadini chiedono conto del suo operato. Padoan ha le competenze per vigilare sulla realizzabilità e la sostenibilità (europea) in termini di finanza pubblica delle scelte politiche del governo. Speriamo infine che queste tre caratteristiche reggano nella convinzione che la crescita e l'occupazione italiana ed europea vadano rilanciate con le riforme.

Dato questo sfondo consideriamo due aspetti del decreto guardando più alla qualità che alle cifre.
Lavoro e imprese. Il bonus di 80 euro più al mese da maggio per i redditi tra 8 mila e 24 mila euro lordi dei lavoratori dipendenti è una misura di equità condivisibile anche se incompleta. Il suo importo è 6,7 miliardi di euro che se andasse tutto sulla domanda interna darebbe un discreto impulso. Ciò dipenderà molto dall'effetto fiducia dove «il fattore Renzi» può giocare molto. La misura sull'Irap con la riduzione del 10% e con un risparmio per le imprese di 700 milioni nel 2014 è qualitativamente importante (ma quantitativamente debole) come segno di un cambiamento di tendenza per il rilancio della competitività e dell'occupazione ed è in linea con "La svolta buona" prefigurata da Renzi il 12 marzo.

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