Dimmi che lingua parli e ti dirò quanto risparmi... Con un sorprendente primato dell'italiano
Il tema era stato affrontato in vario modo da molto studiosi. Ma ora sta facendo discutere lo studio di Keith Chen sulle connessioni tra le strutture linguistiche delle lingue di alcuni e la loro attitudine a risparmiare. Un'indagine che divide economisti e linguisti
di Valentina Brini
1. Risparmio e lingua / Lo studio
La lingua che parliamo può determinare la nostra capacità di risparmiare e il nostro modo di guardare al futuro. Strano ma vero. È questa la tesi di Keith Chen, studioso di finanza comportamentale e docente alla Yale School of Management, che ha recentemente pubblicato uno studio in cui suggerisce che il modo in cui la lingua ci costringe a pensare al tempo può influenzare la propensione al risparmio. In particolare, la tesi sostenuta dal professore cinese è che i popoli che usano il tempo futuro – ad esempio "tomorrow it will rain" ("domani pioverà" in inglese) – sono portati a risparmiare meno di chi invece parla una lingua "senza futuro", come quelle dell'Europa continentale settentrionale: "morgen regnet es" in tedesco significa "domani piove". Più il futuro è vicino al presente, sostiene Chen, e più si è portati a pensare alla sua costruzione.
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