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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:15.

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Ieri gli operai della Lucchini si erano rivolti a lui con un videomessaggio. Un appello che oggi Papa Francesco ha raccolto chiendendo «ogni sforzo di creatività e di generosità» per chi perde il lavoro e per i disoccupati «a causa dello spreco e della crisi economica» e rivolgendosi direttamente ai responsabili del sito di Piombino: «Per favore aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!».

«Ieri - ha spiegato Bergoglio di fronte ad una folla di pellegrini che riempie piazza San Pietro a ridosso della doppia canonizzazione di domenica prossima di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II - ho ricevuto un video-appello da parte delgi operai della Lucchini di Piombino inviatomi prima della chiusura dell'altoforno e che mi ha davvero commosso. Sono rimasto triste. Cari operai, cari fratelli, sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza e preoccupazione di padri di famiglia che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter custodire, nutrire ed educare i propri figli. Siate sicuri della mia vicinanza, della mia preghiera. Non scoraggiatevi. Il Papa è accanto a voi e prega per voi affinché quando si spengono le speranze umane rimanga sempre accesa la
speranza divina che non delude mai. Cari operai, cari fratelli, vi abbraccio fraternamente e a tutti i responsabili - ha detto il Papa - chiedo di compiere ogni soforzo di creatività e generosità per riaccendere la speranze nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica. Per favore - ha concluso - aprite gli occhi e non rimanete con le mani incorciate».

La discussione sull'accordo di programma resta infatti ancora aperta nonostante una giornata di confronto, ieri, che si annunciava conclusiva. L'intesa tra le parti è vicina, ma di fatti ancora non c'è. «La discussione va avanti – aveva spiegato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi –. Serve un testo che dia sufficienti garanzie su bonifiche e reindustrializzazione. Servono risorse e misure per attrarre i potenziali investitori».

Nella notte i tecnici del ministero hanno lavorato alla riscrittura di una bozza che oggi sarà presentata alle parti, per l'auspicata firma definitiva. Ieri la discussione si è incrinata, in particolare, sull'entità degli stanziamenti da parte del ministero dell'Ambiente per la bonifica: il territorio chiede 50 milioni (e su questa cifra pare si sia raggiunta, infine, un'intesa). Sul tavolo anche le risorse (20 milioni) per il completamento del collegamento di Piombino con il porto (è previsto un impegno del ministero della Difesa per lo smaltimento delle navi militari), oltre alla conferma della necessità di investimenti in un forno elettrico affiancato da un impianto con tecnologia Corex per la produzione della ghisa (circa 60 milioni dai fondi regionali, altre risorse dal piano Ue sull'acciaio), senza escludere il preridotto. Lo stesso Rossi, dovrebbe guidare una «cabina di regia» chiamata a dettare l'agenda sulle opere di bonifica (con il reimpiego di lavoratori in esubero sul territorio). Ieri l'assessore regionale alle Attività produttive Gianfranco Simoncini ha annunciato un tavolo permanente, con istituzioni, aziende e sindacati per seguire, passo dopo passo, gli effetti della vicenda Lucchini sull'indotto. «Al Governo – ha detto l'assessore – chiediamo garanzie per l'impiego prioritario dei lavoratori Lucchini per opere di bonifica, lavori di messa in sicurezza, smantellamenti».

Intanto a Piombino il commissario Piero Nardi si appresta a spegnere l'altoforno. L'impianto sta lentamente esaurendo il minerale a disposizione: l'avvio della carica in bianco (con il coke al posto del minerale) è attesa tra stasera e domani mattina: la temperatura sarà gradualmente abbassata, in modo da consentire l'avvio dell'afo in una ventina di giorni, nel caso in cui fosse necessario. Fim, Fiom e Uilm hanno annunciato due ore di sciopero e un'assemblea davanti alle portinerie per «manifestare il dissenso per lo stop all'altoforno e chiedere che quanto prima possa ripartire». Alla manifestazione dovrebbero prendere parte anche tutti i sindaci della zona.
Sono attese oggi, intanto, novità definitive sull'esito della prima fase del bando relativo alla cessione degli asset della Ferriera di Servola, a Trieste. Nei giorni scorsi la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha dichiarato che il gruppo Arvedi, attraverso la controllata Siderurgica Triestina, ha presentato una manifestazione di interesse. Secondo fonti sindacali non dovrebbero esserci altri soggetti in campo, nonostante in queste settimane fossero circolate voci su almeno altri due interessamenti.

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