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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2014 alle ore 20:08.
L'ultima modifica è del 23 aprile 2014 alle ore 21:27.

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«C'è una bozza di accordo» di programma sul polo siderurgico di Piombino e delle attività del gruppo Lucchini. Lo ha annunciato il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, al termine dell'incontro che si è svolto nel pomeriggio a palazzo Chigi alla quale ha partecipato anche il premier Matteo Renzi. «Credo - ha aggiunto - sia un buon punto di arrivo. Domani ho convocato i sindacati e le istituzioni locali alle 8 e 30: la discuteremo. Mi auguro ci siano tutte le condizioni per poter firmare perché - ha osservato - c'è un progetto di riconversione ecologica che nasce da un confronto serrato e si pone l'obiettivo di salvaguardare l'occupazione e rilanciare un polo industriale importante per il sistema Paese».

«I lavoratori - ha aggiunto - non chiedono la Cassa integrazione straordinaria, ma contratti di solidarietà che consentano loro di rimanere a lavoro a Piombino. Sarebbe un modo per risparmiare sulla cassa integrazione salvaguardare il lavoro». L'accordo di programma dovrebbe essere firmato domani nel primo pomeriggio a palazzo Chigi.

«Ambiente e sviluppo possono andare d'accordo. Tra il Mise e il ministero dell'Ambiente c'è stata una grande collaborazione e dal ministero dell'Ambiente partiranno 50 milioni che serviranno al ministero dello Sviluppo per un progetto industriale e manifatturiero» ha confermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti al termine della riunione sul polo di Piombino . Il protocollo, in sostanza, prevede un progetto di riconversione ecologica con un piano industriale mirato a salvaguardare l'occupazione.

Come ha chiarito il viceministro allo Sviluppo Claudio De Vincenti: «A gennaio entrerà in vigore il regolamento europeo sullo smaltimento delle navi in modo ecologico e la Ue sarà impegnata. Si tratta di un'attività all'avanguardia e il futuro sta nella riconversione ecologica della siderurgia. Governo e istituzioni sono vicino a Piombino, impegnati a risolvere i problemi dei lavoratori» ha spiegato De Vincenti.

Sulla vicenda é intervenuto anche Papa Francesco, il quale ha espresso «fraternamente» la sua solidarietà e vicinanza agli operai della Lucchini di Piombino che si sono rivolti a lui con grande dolore davanti alla prospettiva di perdere il proprio lavoro. «A tutti i responsabili chiedo - ha detto all'Udienza Generale - di compiere ogni sforzo di creatività e generosità per riaccendere la speranza in questi nostri fratelli e in tutti i disoccupati a causa della crisi e dello spreco: per favore - ha scandito - aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate».

Lo stesso premier, preannunciando la firma del protocollo d'intesa, aveva twittato che lo spegnimento dell'altoforno «é una pessima notizia per la città». E il presidente della Toscana aveva sottolineato che «oggi per Piombino é un giorno drammatico perché iniziano le operazioni di spegnimento dell'altoforno. Stupisce che la più grave crisi siderurgica del paese non sia al centro del dibattito politico. Piombino é una sfida e può essere un nuovo inizio».

«Piombino rappresenta il secondo polo siderurgico del nostro paese dopo l'Ilva di Taranto e dà lavoro a circa 2500 persone tra Lucchini e Lucchini servizi a cui si aggiungono 1500 lavoratori dell'indotto, 528 della Magona (Arcelor Mittal) e altri 110 di Tenaris Dalmine. Per queste ragioni la Festa del primo Maggio a Piombino assume un carattere strategico», ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, annunciando che sarà presente anche il sindaco Gianni Anselmi. «Solo la Lucchini - aggiunge Bentivogli - distribuisce circa 55 milioni di euro in stipendi all'anno e tra imposte e tasse elargisce a Stato e regione circa 65 milioni di euro all'anno, con questi numeri la Lucchini rappresenta la prima azienda in termini di contribuzione al Pil regionale della Toscana. La sua chiusura rappresenta un danno in termini di occupazione ed economia, non solo della città di Piombino e della Toscana ma dell'intero Paese, bisogna considerare gli effetti indiretti devastanti su attività portuali, servizi, chimici (Sol), elettrici (Edison)».

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