Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 17:22.
L'ultima modifica è del 25 aprile 2014 alle ore 09:46.

My24

Il presidente della Repubblica ha firmato nel pomeriggio il decreto Irpef dopo un faccia a faccia stamattina al Colle con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. L'incontro è servito, a quanto trapela, per ulteriori chiarimenti ed uno scambio di opinioni sul decreto. Si tratta del «Decreto Legge 24/04/2014» contenente «Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale». Il decreto è stato pubblicato in serata in Gazzetta Ufficiale ed entra in vigore da oggi. Al via dunque, a partire dalle buste paga di maggio, il bonus di 80 euro mensili per i redditi fra gli 8mila e i 24mila euro.

L'ambizione del premier, la dura realtà dei numeri (di Guido Gentili)

Tesoro: con Colle nessun nodo, solo esame impatto su economia
Secondo quanto si apprende da fonti del Tesoro, al centro del colloquio al Colle non ci sarebbe stato nessun nodo da risolvere ma, dopo la fase di pre-istruttoria, solo l'esame degli effetti futuri delle norme del decreto sull'economia.

Padoan: giù imposte a chi crea lavoro
Il ministro Padoan ha sintetizzato e commentato su twitter il decreto oggetto di confronto con il Colle. «Tagliamo le tasse per le imprese (Irap -10%), aumentano le tasse sulle rendite finanziarie. La finanza sia al servizio di impresa e lavoro» ha scritto in un primo tweet. E ha spiegato nel secondo: «Quindi nessuna nuova tassa sulla ricchezza. Aumentano le imposte sui guadagni della ricchezza finanziaria, le togliamo a chi crea lavoro».

Taddei: taglio Irap costa a correntisti meno di un caffè al mese
Mentre il responsabile Economia del Pd, Filippo Taddei, ha difeso l'innalzamento delle aliquote sulle rendite finanziarie (dal 20 al 26%, ndr), misura che il Governo ha individuato come copertura del taglio Irap. «Quanto costa davvero la riduzione dell'Irap del 10% ai correntisti italiani? - ha scritto Taddei su twitter -Meno di un caffé al mese per il correntista medio».

Brunetta: Napolitano sia responsabile, non firmi
Oggi un appello al capo dello Stato a non firmare il decreto era arrivato dal capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta «Rinnoviamo il nostro appello - ha detto Brunetta - affinché non si compia un atto che potrebbe avere conseguenze estremamente gravi per il nostro Paese. Le norme devono essere coperte, secondo modalità che non lascino dubbio alcuno, se non si vuol far ripiombare l'Italia nell'incubo di una nuova procedura d'infrazione». E ancora: «su Giorgio Napolitano pesa una grande responsabilità. Ha il compito, in questo momento così difficile, di salvare il salvabile, impedendo che l'immagine del Paese sia trascinata in un gioco elettoralistico dagli esiti imprevedibili».

Palazzo Chigi: nessuna nuova tassa o prelievo su conti correnti
Con riferimento alle polemiche legate alle coperture del Dl Irpef fonti di palazzo Chigi in serata precisano: «Non spunta nessuna nuova tassa, né ovviamente alcun prelievo sui conti correnti», mentre «la misura degli 80 euro non è finanziata dalle rendite ma dai tagli alla spesa. Non c'é alcun collegamento tra la rendita finanziaria e il bonus degli 80 euro». Quanto alle polemiche sulla tassazione dei conti correnti - sottolineano le stesse fonti - «le rendite finanziarie sono oggi tassate al 20 per cento. Con la misura del decreto legge il Governo ha abbassato l'Irap alle aziende del 10%». Per finanziare questa operazione il Governo «ha deciso, come annunciato lo scorso 12 marzo, di alzare dal 20 al 26% la tassazione sulle rendite finanziarie. L'obiettivo è noto: portare nella media Europea la tassazione sulla rendita finanziaria e abbassare quella sul lavoro». Oggi Il Sole 24 Ore ha evidenziato come dei circa 3 miliardi prodotti nel 2015 dall'aumento della tassazione dal 20 al 26%, ben 755 milioni arriveranno dal prelievo sugli interessi per depositi e conti correnti.


Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi