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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:19.

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I maxibonus potenziati al 50% e al 65% trainano i lavori in casa e valgono ormai quasi due punti di Pil. Per ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico è un boom che va oltre ogni previsione e stima: nel 2013 la spesa delle famiglie è stata pari a 28 miliardi, di cui 4,8 miliardi di Iva pagati allo Stato. E nei primi due mesi del 2014 si registra un'altra impennata dei lavori: 5,7 miliardi al netto di Iva di cui 4,5 a gennaio, con una crescita del 54% rispetto al primo bimestre 2013. Il Cresme e il Servizio studi della Camera hanno aggiornato al rialzo il lavoro di stima fatto lo scorso novembre per la commissione Ambiente di Montecitorio dopo che il ministero dell'Economia ha diffuso attraverso il bollettino delle Entrate i dati sulle ritenute operate da banche e poste ai bonifici obbligatori per accedere ai bonus del 50 e del 65 per cento. «Il dato è sorprendente - commenta il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci - e mi pare che i cittadini abbiano compreso a pieno l'efficacia e l'utilità dello strumento».

Si tratta di dati effettivamente clamorosi sull'effettivo funzionamento dei crediti di imposta Irpef del 50% per il recupero edilizio e del 65% per il risparmio energetico se si pensa che le stime di novembre, già sorprendenti, parlavano di una spesa annua per lavori di 19 miliardi. I nuovi dati dell'Agenzia delle Entrate hanno consentito al Cresme non solo di innalzare a 23 miliardi il valore della stima dei lavori eseguiti, con una crescita calcolata nel 45% rispetto al 2012, ma hanno anche prodotto un ricalcolo puntuale dell'Iva sulla base delle diverse aliquote utilizzate.

«I dati - spiega il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - si portano dietro alcune riflessioni sulla situazione del settore edilizio oggi: la prima è che si fanno ormai diffusi i segnali di una ripresa selettiva in cui certamente il mercato della riqualificazione è e sarà il motore trainante dell'edilizia; la seconda è che i lavori di riqualificazione e risparmio energetico stanno dando un contributo importante alla questione del lavoro, che ancora non entra nelle stime dell'Istat ma che noi stimiamo in un'occupazione diretta generata di 226mila unità per il 2013; la terza riflessione è che, con questi dati, dobbiamo ritenere che abbia funzionato anche la leva di emersione dal nero di questo settore. Questo è un elemento che non siamo ancora in grado di stimare con precisione ma certamente ci sentiamo di correggere l'idea che in passato si era consolidata che l'incentivo fosse uno stimolatore di nuovi investimenti ma poco avesse funzionato nel senso dell'emersione».

È cresciuta considerevolmente, infatti, la quota dei lavori incentivati (e quindi necessariamente regolari) rispetto al totale del mercato della riqualificazione edilizia stimato dal Cresme: nel 2013 si è arrivati al 60,7% del totale, vale a dire 27,3 miliardi incentivati su un totale di 45 miliardi. Nel 2012 questa quota era pari al 43,2% (19,2 miliardi su 44,1) e nel 2011 del 39,1% (17,7 miliardi su 45,3).

Un ruolo importante l'ha avuto di sicuro anche l'incentivo al 50% per le ristrutturazioni generiche (mai in passato era stato così alto) e l'innalzamento delle agevolazioni per il risparmio energetico al 65%, avvenuto nel giugno 2013. Il Cresme è tiepido, invece, sugli effetti «contenuti» del «bonus mobili ed elettrodomestici» e comunque aspetta altri elementi per poterne fare una stima attendibile.

Il dato occupazionale stimato dal Cresme parla di 226.339 occupati diretti creati dagli incentivi nel corso del 2013 contro i 157.949 del 2012 e stima a 339.508 unità la somma degli occupati diretti e dell'indotto (erano 238.508 nel 2012).

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