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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2014 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 02 maggio 2014 alle ore 21:24.

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Come atto di deterrenza verso Mosca, cinque navi della Nato sono arrivate in Lituania: lo ha reso noto Juozas Olekas, ministro della Difesa dell'ex Repubblica sovietica sul Mar Baltico. Le navi - quattro cacciatorpediniere e una nave appoggio di Norvegia, Olanda, Belgio ed Estonia, arrivate nel porto di Klaipeda - sono un evidente segnale con cui la Nato cerca di rassicurare la Lituania e le altre repubbliche baltiche, preoccupate dalla crescente tensione in Ucraina. «L'arrivo delle navi della Nato sono un ulteriore segnale di unità e solidarietà della Nato» ha detto Olekas. Lo stesso ministro ha parlato di «misura di deterrenza» contro la Russia.

Dal vertice Ue-Russia-Ucraina sul gas nessun risultato
Nessun risultato concreto, ma nessuna rottura, le discussioni proseguiranno. È questa la conclusione della riunione fra il commissario Ue all'energia Oettinger, il ministro russo Novak e il ministro ucraino Prodan a Varsavia. Lo indica una nota emessa dalla Commissione europea: «Nonostante le differenze di punti di vista Ucraina e Russia hanno mostrato una volontà di discutere ulteriormente le questioni aperte» e riconoscono «il valore di queste discussioni trilaterali concordando che l'incontro di oggi é il primo passo in un processo volto ad assicurare il gas all'Ucraina e alla Ue sia nel breve che nel lungo termine».

L'operazione su larga scala
A Slavyansk, oltre gli elicotteri dispiegati, otto blindati ucraini e decine di soldati hanno preso il controllo di una strada di accesso a sud, smantellando un posto di blocco dei filo-russi. Nella città di 160mila abitanti sono risuonate le campane delle chiese per avvertire la popolazione del pericolo imminente.

Fonti del ministero dell'Interno ucraino hanno fatto sapere che il governo a Kiev non commenterà quanto sta accadendo a Slavyansk «finché l'operazione non sarà terminata». L'offensiva è la prima risposta militare su ampia scala ai miliziani filo-russi che hanno preso il controllo di numerosi edifici pubblici di città del sud-est dell'ex repubblica sovietica, alimentando la più dura contrapposizione tra Mosca e Occidente dai tempi della Guerra Fredda.

La tv russa Rossia 24 nel corso di una diretta dalla roccaforte filorussa, dove sono tuttora tenuti in ostaggio osservatori Osce, nelle mani dei ribelli da una settimana, riporta quanto sta accadendo. «L'elicottero è esploso letteralmente in aria», ha detto la stazione televisiva. Il ministero della Difesa dell'Ucraina aveva riferito poco prima che sono stati abbattuti 2 elicotteri Mi-24 delle forze armate ucraine «con un sistema portatile di difesa aerea missilistica» durante l'operazione militare lanciata contro la roccaforte filorussa questa notte. «C'è una vera e propria battaglia in corso, ci sono piloti morti e feriti», ha scritto sul suo Facebook il ministro dell'Interno facente funzioni Arsen Avakov, secondo il quale, «l'operazione procede secondo i piani». «Siamo qui insieme con il ministro della Difesa» ha detto Avakov, parlando anche di 9 posti di blocco di cui è stato ripreso il controllo. Per colpire i velivoli sarebbero stati usati Manpads (sistemi missilistici portatili a corto raggio). Il ministero aggiunge che il numero delle vittime è da confermare. Secondo varie fonti vi è almeno un pilota morto, e ci sono feriti.

Orgoglio russo 100mila in Piazza Rossa per il 1° maggio
Una conferma del clima teso era venuta dalla parata dei lavoratori sulla Piazza Rossa per il Primo maggio voluta dal presidente russo, Vladimir Putin, la prima dal disfacimento dell'Unione Sovietica, che si è trasformata in una manifestazione di sostegno al Cremlino per l'annessione dell'Ucraina e la protezione della minoranza russofona.

La condanna di Barroso
Intanto l'Europa stigmatizza l'atteggiamento russo nella crisi ucraina. Per il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso la situazione in Ucraina «è la più grande minaccia per la sicurezza dell'Europa dalla caduta del muro di Berlino» e si tratta di una «minaccia diretta al diritto internazionale e alla pace internazionale». In un discorso alla Stanford University Barroso ha detto che il comportamento della Russia è «inaccettabile».

«I invece di accettare le scelte sovrane dell'Ucraina - accusa Barroso - la Russia ha deciso di interferire, di destabilizzare e occupare una parte della territorio con essa confinante, con un gesto che speravamo fosse sepolto nei libri di storia.

Non possiamo accettare né tollerare questo tipo di comportamento. Questo é il motivo per cui siamo stati rapidi nel reagire insieme ai nostri partner del G7 e nel rendere chiaro che queste azioni comportano un costo politico, diplomatico ed economico». Noi, dice ancora Barroso, siamo anche pronti «a sostenere l'Ucraina a diventare un Paese democratico, prospero e indipendente. Ma questo non è solo un problema per l'Europa, gli Stati Uniti o il gruppo del G7: dovrebbe riguardare il resto del mondo, in quanto si tratta di una minaccia diretta al diritto internazionale e alla pace internazionale».

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