Quasi 7 italiani su 10 cercano lavoro online. Tre trappole (e un consiglio) per chi sfoglia annunci in rete
Secondo un'indagine di Duepuntozero Doxa per Big G («Gli italiani e i motori di ricerca»), il 67% dei connazionali si affida alla Rete per rintracciare i «lavori introvabili» sui vecchi canali. Ma quali i rischi delle bacheche virtuali? Ecco come schivarli
di Alberto Magnani
3. Lavoro, le trappole delle offerte online / Informazioni (e indirizzo) impreciso
(Corbis)
Ben il 63% degli intervistati nell'indagine Doxa dichiara di aver trovato online un lavoro «di cui ignorava l'esistenza». Il problema è quando il lavoro non esiste proprio: il secondo campanello d'allarme sono descrizioni troppo generiche dell'attività che si andrebbe a svolgere, dalle mansioni alla fascia retributiva. I primi sospetti scattano se si invita a «continuare la lettura» su una seconda pagina senza preannunciare le caratteristiche del lavoro e/o rimandare con chiarezza al sito della società. Ma qualche dubbio dovrebbe farsi largo anche con stipendi non chiari (le famose «retribuzioni da definire»...) e indirizzi sprovvisti di una base aziendale: caselle di posta elettronica privata, numeri di telefono cellulare anziché un fisso ben inquadrabile. Se si maneggia un po' di inglese, un ottimo controesempio sono gli annunci pubblicati nelle sezioni «careers» delle aziende estere più blasonate: l'offerta contiene data di apertura e chiusura delle candidature, profilo richiesto secondo alcuni criteri esatti (conoscenza di alcune lingue, dai 3 ai 5 anni di esperienza, laurea triennale o titolo equivalente...), responsabilità assegnate al candidato vincente.
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