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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 17:44.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 21:12.

Fi: ritiro richiesta convocazione giunta contro strumentalizzazioni
A chiarimento del ritiro delle firme per la richiesta di convocazione urgente della Giunta per il regolamento del Senato, i senatori di Forza Italia membri della Giunta per il Regolamento del Senato precisano in una nota che «al momento della sottoscrizione della richiesta, l'intenzione di Fi era quella di ottenere dalla Giunta delle precisazioni esclusivamente procedurali, e non già, dato l'avvio del percorso di importanti riforme costituzionali, quello di correre il rischio di essere oggetto di strumentalizzazioni politiche».
Boschi: Calderoli? Sbaglia, ma rispetto lavoro
Il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, non ci scompone. «Calderoli sbaglia», dice. Poi però aggiunge subito: «Abbiamo rispetto dei lavori della Giunta per il regolamento, vediamo che cosa deciderà».
Finocchiaro, testo base inammissibile? Secondo me no
Anche Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali, ostenta tranquillità: «La cosa non mi sconvolge, è nella fisiologia, ma mi sembra una richiesta di natura squisitamente politica e da affrontare come tale». «Secondo me - aggiunge - non ci sono motivi per i quali la Giunta potrebbe ritenere inammissibile l'adozione del ddl del Governo come testo base perché in contrasto con l'ordine del giorno a firma Calderoli.
Mineo: odg Calderoli più legittimo di ddl Boschi
Nella diatriba sulla legittimazione del voto in commissione sul testo base di riforma del Senato, che secondo Calderoli non sarebbe dovuta avvenire perché era stato votato prima il suo ordine del giorno con una tesi giudicata errata dal ministro Boschi, interviene anche il civatiano Corradino Mineo (Pd), che martedì scorso, al momento del voto in commisione, si è assentato dall'aula. «Io non ho esperienza, sono in Senato solo da un anno, ma penso che la legittimità politica di un documento che tiene conto di 27-28 ore di dibattito sia superiore» rispetto ad un testo base «scritto prima e in parte contraddetto da quel documento», spiega Mineo. Una presa di posizione che conferma la mancanza di unanimità nel Pd a sostegno del progetto di riforme costituzionali targato Renzi
Esame delle riforme rimandato a dopo le europee
Nella seduta di martedì notte, nella quale la commissione Affari Costituzionali del Senato ha adottato (con i voti di Forza Italia) come testo base delle riforme costituzionali il ddl di iniziativa del governo presentato dal ministro Boschi, è stato fissato anche il termine per la presentazione degli emendamenti alle 13 di venerdì 23 maggio. L'esame in Commissione riprenderà dunque, ad ogni modo, dopo le elezioni europee del 25 maggio. In attesa che si definiscano i nuovi «rapporti di forza» nello schieramento politico. Sempre che dalla riunione di martedì della giunta del regolamento non arrivino sorprese.
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