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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 18:28.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2014 alle ore 21:53.

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Un terremoto scuote Expo 2015 e scoperchia una «cupola degli appalti» in Lombardia come ai tempi di Mani pulite. Con un blitz scattato alle prime luci dell'alba, 200 uomini della Guardia di finanza e della Dia hanno arrestato il direttore generale di Expo 2015 Spa, Angelo Paris, l'ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, l'ex segretario amministrativo della Dc milanese, Gianstefano Frigerio (ex Forza Italia), l'ex segretario dell'Udc ligure Sergio Cattozzo, l'imprenditore Enrico Maltauro e Primo Greganti, il «compagno G», già arrestato nella stagione di Tangentopoli. Agli arresti domiciliari è finito invece Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, coinvolto un mese fa in un'altra inchiesta della procura di Milano. Perquisizioni, 80 in tutto, sono state effettuate in 15 città.

Gli arresti sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari Fabio Antezza su richiesta del sostituto procuratore del pool antimafia Claudio Gittardi e del pm del dipartimento anticorruzione Antonio D'Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati. I reati ipotizzati sono numerosi: associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, nonché rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio.

L'organizzazione
L'associazione per delinquere ruotava, secondo la procura, attorno alle figure di Frigerio, Greganti e Grillo, i quali erano in contatto con i referenti politici e con il mondo imprenditoriale interessato agli appalti in Lombardia e non solo. L'indagine, nata da una costola dell'inchiesta Infinito sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia, è molto più ampia di quanto non sia emerso con il blitz di oggi. La procura ha infatti chiesto l'arresto di altre 12 persone, ma la richiesta è stata respinta dal gip per mancanza di esigenze cautelari. Gli indagati, insomma, sarebbero per il momento 19. Le intercettazioni hanno svelato i contatti degli arrestati con esponenti politici di numerosi partiti. Nessun parlamentare, però, è al momento indagato.

Le mani sull'Expo
Dalle migliaia di telefonate intercettate (oltre 2mila), dalle intercettazioni ambientali e dagli incontri con scambi di denaro filmati dagli agenti della Dia e della Guardia di Finanza emerge un quadro inquietante sull'organizzazione che cercava di pilotare gli appalti dell'Expo. Un ruolo importante, secondo quanto emerge dalle indagini, era quello di Paris il quale, nella sua qualita' di direttore generale della divisione construction and dismantling e di responsabile dell'ufficio contratti di Expo 2015, si era messo a totale disposizione degli arrestati. «Io vi do tutti gli appalti che volete, basta che mi garantiate possibilità di carriera», avrebbe detto Paris, secondo quanto ha raccontato il sostituto procuratore Gittardi. Le opere dell'Expo coinvolte nelle indagini sono quelle relative agli appalti sulle Vie d'acqua (un'opera aggiudicata da Maltauro), ai parcheggi e al progetto Architettura di servizio (aree di ristorazione, spazi commerciali e servizi, anche questo vinto da Maltauro e dalla cooperativa Cefla di Imola).

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