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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 09:45.
L'ultima modifica è del 10 maggio 2014 alle ore 11:03.

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Oggi a preoccupare «è lo spread del populismo. Sarebbe imperdonabile se a fronte dei segnali d'allarme che arrivano dalla disaffezione crescente nei confronti dell'Europa i politici europei restassero chiusi nella loro certezze». Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto in tarda mattinata alla conferenza internazionale europea "The State of the Union", la Conferenza internazionale sull'Europa che si è tenuta a Palazzo vecchio a Firenze. «L'Italia come presidente di turno dell'Unione Europea - ha chiarito il premier - proverà a riorientare la discussione: la crescita e l'occupazione sono valori costruttivi dell'Europa, non solo il rigore e l'austerità». Insomma, «serve un'Europa più light con meno regole», perché Roma « rispetta regole Ue ma chiede cambiamenti».

Il premier: le previsioni di crescita bassa saranno smentite
La partita si gioca anche sulla ripresa. Renzi scommette sulla ripresa e sfida le previsioni che danno una crescita contenuta per l'Italia. «La previsione dell'Ocse di una crescita del Pil italiano solo dello 0,5% sarà smentita. Lo scommetto. Ieri Moody's ha detto che l'Italia può crescere fino al 2%, altro che 0,5 per cento», ha affermato il presidente del Consiglio, intervenuto nelle prime ore della mattinata alla trasmissione "La telefonata" su Canale 5. Secondo il capo del governo, la discussione a livello europeo sulla soglia del 3% nel rapporto tra deficit e Pil «è falsa, fondata tutta su dei numeri ma non sulla realtà dei fatti. L'Italia, che rispetta il 3 per cento, ha bisogno di crescere».

Renzi: Europa non è passato ma destino comune
Nel suo intervento alla conferenza internazionale europea "The State of the Union" a Firenze il capo del governo ha messo in evidenza che l'«Europa non é passato ma destino comune». All'incontro ha partecipato anche il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso: «È un errore e un favore agli euroscettici quando le forze di destra e di sinistra danno la colpa a Bruxelles» per tutta una serie di questioni che non competono alle istituzioni Ue, ha sottolineato Barroso.

Immigrazione: vergognoso chi ha chiesto blocco operazione Mare nostrum
La prima sfida si chiama "gestione dell'immigrazione". «In Italia - ha detto Renzi - ci sono state polemiche vergognose da parte di forze politiche che hanno chiesto di bloccare "Mare nostrum" (l'operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale iniziata il 18 ottobre 2013 al fine di fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti ndr) perchè dobbiamo impedire che questo diventi un nostro problema».

Scontro Grasso-premier sul Senato
Questa mattina Renzi ha definito «tecnicamente false» le previsioni dei tecnici di Palazzo Madama sulle coperture per il Dpef. L'uscita del premier ha scatenato la replica del presidente del Senato Piero Grasso. «Non posso accettare che si metta in discussione la serietà, l'autonomia e l'indipendenza degli uffici del Senato», ha avvertito Grasso ricordando che «il Senato merita rispetto e non è un carrozzone come definito da qualcuno».

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