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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 10:30.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2014 alle ore 18:59.

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(Epa)(Epa)

Ancora una tragedia della disperazione. Sono 17 al momento i cadaveri recuperati dalla Marina Militare nel Canale di Sicilia, dopo il naufragio del barcone carico di migranti colato a picco ieri a 100 miglia a Sud di Lampedusa, in acque libiche. Il naufragio ha provocato anche un duro scontro politico tra Italia e Bruxelles. Stamani, Michele Cercone, portavoce dela commissaria Ue Malmstrom ha accusato l'Italia di non aver risposto ad una lettera di marzo che chiedeva il genere di aiuti necessari contro l'emergenza sbarchi. Secca la replica del ministro dell'Interno, Angelino Alfano: «Ma ci facciano il piacere, la smettano. Le dichiarazioni della Commissione sono tra il provocatorio ed il ridicolo. Chiedono letterine di fronte ai morti. Ho appuntamento telefonico con la Malmstrom e le dirò a voce quello che ho già detto nei vertici europei»

La procura apre un'inchiesta, fermati due egiziani
I soccorritori, tra mezzi impegnati nell'operazione Mare Nostrum, navi mercantili e motopesca, sono riusciti a trarre in salvo sinora circa duecento persone. A bordo del barcone rovesciatosi, secondo quanto riferito dai naufraghi stessi, ci sarebbero stati però oltre 400 migranti.La procura di Catania ha aperto un'inchiesta. La polizia ha fermato due egiziani, Ismail Assan, 52 anni, e Mohamed Deer, di 28, per favoreggiamento all'immigrazione clandestina: si pensa che siano i due scafisti.

Scontro Italia-commissione Ue sulla gestione dell'emergenza
I primi segnali di un inasprimento dei rapporti tra Roma e Bruxelles sulla gestione dell'emergenza flussi si erano avuti di prima mattina. «Ci sono quattro indicazioni precise che abbiamo sempre dato in tutte le riunioni a Bruxelles - ha ricordato il ministro dell'Interno Angelino Alfano a "Effetto giorno" su Radio24 -, la prima è che l'accoglienza umanitaria bisogna farla in Africa, l'Europa deve andare lì: monti le tende e faccia assistenza lì». Alfano ha così replicato alla portavoce della Commissaria Ue agli Affari interni Cecilia Malmstroem, Michele Cercone. Secondo la portavoce, infatti, «è falso» che non siano state messe in campo le misure previste. «Come più volte riconosciuto dalle stesse autorità italiane, la Commissione ha messo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per assistere l'Italia, tra cui aiuti di emergenza per finanziare Mare Nostrum e l'appoggio a due operazioni Frontex» - ha detto Cercone -. Semmai è l'Italia che non ha ancora detto concretamente cosa altro voglia dalla Commissione», ha aggiunto il portavoce. E poi c'è una responsabilità degli altri Stati Ue che non procedono ai ricollocamenti di rifugiati.

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